Roberto Savoini - Intervista al collezionista

INTERVISTA AL COLLEZIONISTA ROBERTO SAVOINI

Roberto Savoini è indubbiamente il più importante collezionista di reperti lovecraftiani in Italia, benché egli preferisca nettamente l'onorificenza di collezionista sociopatico.
In qualità di Gruppo Telegram "Lovecraft Italia", la principale community italiana dedicata agli appassionati del Sognatore di Providence – e del suo salotto letterario, Strani Aeoni – siamo davvero orgogliosi di presentarvi la nostra intervista a questo Archeologo dell'Ignoto.
Desideriamo ringraziare Roberto per il suo calore umano, la disponibilità e la simpatia, come scoprirete anche voi lettori nel corso di questo dialogo: non euclideo, ovviamente.

Opera di Alessandro Bani.
Potrebbe essere il ritratto di Roberto Savoini.

LI: Ciao, Roberto! Per prima cosa, come è iniziata la tua passione per Lovecraft, e cosa ti affascina di più del suo universo narrativo?
RS: La mia “vita con Lovecraft” inizia in maniera abbastanza misteriosa… sono rimasto attratto in tenera età da una pubblicità di una ristampa mondadoriana de “I mostri all’angolo della strada” messa in maniera azzardata in quarta di copertina su quella che ritengo una delle più belle e coraggiose riviste di e a fumetti italiane che si chiamava “Il Mago”. L’immagine rappresentava una casa “rigurgitante” tentacoli, disegnata da Karel Thole. Senza nessun motivo razionale il mio animo di fanciullino decise che quello era un capolavoro. Poi, per evidenti motivi anagrafici, non riuscii a avvicinarmi ai libri di HPL e rimasi in una specie di animazione sospesa fino ai 18 anni, quando la maggiore età mi consentì scelte di lettura più autonome, e da lì in avanti è iniziato tutto. Giusto per onore di cronaca, Vi racconto che per diplomarmi ragioniere nel 1983, ho portato una “tesina” su Lovecraft. All’atto del colloquio, il presidente della commissione mi sottolineò che la mia professoressa di italiano aveva specificato che lo studente aveva voluto portare la ricerca su questo autore “sconosciuto” malgrado il suo parere sfavorevole. E mi sono diplomato Ragioniere lo stesso!

LI: La tua collezione dedicata a Lovecraft è unica. Cosa ti ha spinto a intraprendere questa avventura?
RS: Il collezionismo è una patologia che andrebbe meglio studiata e probabilmente curata… Ritornando per alcuni secondi serio, devo dire che collezionare Lovecraft è entusiasmante perché difficilmente si trova nella letteratura di genere (termine orribile che però di tanto in tanto si può usare) un autore che abbia così tanto contaminato il nostro immaginario. La viralità (altro termine abusato) di Lovecraft ha dato origine, restando focalizzati sulle nostre patrie coste, a una serie infinita di edizioni, traduzioni, strafalcioni, testi critici e elucubrazioni bi-partisan di dotti e sapienti della cultura mainstream che in qualche maniera devono essere raccolti e conservati a imperitura memoria.

LI: Qual è stato il primo oggetto che hai aggiunto alla tua collezione?
RS: Il libro a cui sono più affezionato è “I miti di Cthulhu” pubblicato da Fanucci. Quel libro mi ha aperto un mondo, mi ha fatto capire che un autore poteva essere letto, condiviso, analizzato e contestualizzato. L’apparato critico di De Turris e Fusco ha rappresentato per me il momento di illuminazione sull’opera di Lovecraft (Kensho è il termine giapponese che identifica quel tipo di esperienza… non c’entra niente con Lovecraft ma volevo dare una svolta filosofica alle mie farneticazioni)

LI: Puoi raccontarci quale è il pezzo più raro e quello più peculiare che possiedi? E quello a cui tieni di più?
RS: Il pezzo “unico” è il ritratto di Lovecraft fatto da Alessandro Bani a china. E qui devo aprire un capitolo importante: il mitico Bani (devo presentarlo? Serve dire che è sicuramente il Weird italiano nell’illustrazione e che ha vinto 7 premi Italia? Direi di no, vero?) è stato l’incosciente che ha ricevuto una lettera farneticante da un diciottenne di Arona e ha avuto il coraggio di rispondergli mandandogli le fotocopie del numero monografico su Lovecraft della fanzine “Il Re in Giallo”. All’epoca i pionieri del fantastico nel nord-ovest si radunavano a Borgomanero, nel sacrilego club “Il Pentacolo (già Circolo Alhazred)” e ne diffondevano il verbo insieme a altri esploratori dell’ignoto italiani. Bani è stato un punto di riferimento serio ma non serioso (non dimentichiamoci che la fanzine del Pentacolo era la dannata Locùlus) per capire il folle fandom e con lui in questi troppi anni ho potuto conoscere molte sfaccettature del fantastico nazionale. Accanto a Alessandro, ho avuto l’opportunità di conoscere anche Ernesto Vegetti, IL collezionista e IL bibliografo supremo di tutto quanto pubblicato in Italia. La colpa del mio accumulo seriale di libri è anche (soprattutto?) un po' loro.

LI: Nella collezione sono presenti anche edizioni in lingua straniera? Se si, quali?
RS: Se viaggio in paesi stranieri, qualcosa di Lovecraft mi porto sempre a casa. Quindi ho un po' di tutto in un po' di lingue. Ovviamente le pubblicazioni in inglese danno un sacco di soddisfazioni a chi cerca cose balorde a tema lovecraftiano. C’è veramente di tutto da Shakespeare allo stand-up comedy… veramente un abisso in cui guardare, spesso con aria molto perplessa.

LI: Nel 2022 hai partecipato alla mostra "La Natura dei Draghi" ad Arona, un evento dedicato al fantastico. Come hai contribuito e, in particolare, ci sono stati riferimenti al mondo del Sognatore di Providence?
RS: Nell’epica mostra de “La Natura dei Draghi” ho dato un minimo contributo esponendo la mia collezione di Action Figures a tema Draghi fatti da Todd McFarlane. Ovviamente non ho NESSUNA responsabilità nel millantato patrocinio alla exhibition da parte della Miskatonic University nella persona del suo rappresentante in Italia, Bruno Genchini. I contatti e tutti i patti occulti che sono stati stretti per la attuazione della partnership sono da attribuirsi agli organizzatori e autori Francesca Romana D’Amato, Angela Martinetti e Marco Ferrari (che vogliono però restare anonimi).

LI: Secondo te, qual è il segreto della continua attualità di Lovecraft, a quasi cent'anni da "The call of Cthulhu"?
RS: E’ veramente un argomento molto interessante: si può definire attuale un autore americano ‘pulp’ degli anni ’30 che si definiva un gentiluomo di altri tempi? Penso che gran parte della popolarità attuale di Lovecraft derivi dal fenomeno crossmediale che si è creato intorno al nostro “sognatore” grazie ai giochi di ruolo (primo fra tutti Call of Cthulhu) e al mondo rutilante dei videogiochi. Oggi Cthulhu è diventato nell’immaginario giovanile un Topo Gigio non euclideo con una forte attitudine alla distruzione della realtà. Siamo infestati da pupazzetti, da party games e da reinterpretazioni di HPL e i suoi Grandi Antichi in versioni “Kawaii” e tutto ciò onestamente, sinceramente a me ultrasessantenne boomer PIACE UN SACCO. Lovecraft, al di là della suo Opera letteraria ha saputo creare una “community” che si è alimentata del suo immenso, infinito epistolario e che ha gettato i semi del weird in tutta la cultura del fantastico del 20° e del 21° secolo. Con Lovecraft ci sentiamo sì “Outsider” ma facenti parte di un gruppo che condivide una infinita attrazione verso l’ignoto che lega 5 generazioni che si ritrovano a recitare con soddisfazione formule magiche prive di vocali per evocare mostri pieni di tentacoli. Questa forse non è modernità, ma “it’s a kind of magic” che rende Lovecraft sempre vivo.
Poi, per ritornare a essere un po' più realista, devo dire che troppo spesso HPL diventa vittima del suo personaggio e viene avvicinato dai nuovi venuti in maniera un po' troppo pulp…insomma ci si aspetta eccessivamente di vedere degli scontri mortali tipo “shotgun vs. shoggoth” e alla fine passa il terribile concetto del fatto che ci sia “poco di lovecraftiano in Lovecraft”. Ma è ben poco prezzo da pagare per avere l’eternità…

LI: Quale racconto di HPL consiglieresti a chi volesse avvicinarsi per la prima volta al suo universo narrativo?
RS: So che non è una scelta filologicamente corretta per mille motivi, ma “I mostri all’angolo della strada” resta per me un buon punto di partenza. Innanzitutto perché l’antologia è curata da Fruttero & Lucentini che sono due geni totali dell’editoria, e della letteratura italiana. Poi rappresenta un momento storico da cui è partito tutto, con questa antologia Lovecraft viene sdoganato e diviene un classico del fantastico. Sono consapevole che si parla di una traduzione grezza che si rifà alle edizioni curate da Derleth, quindi contenuti non raffinatissimi però facili e attrattivi per tutti quelli che si vogliono avvicinare al mondo del Nostro Mostro.

LI: C'è un pezzo che sogni di aggiungere alla tua collezione, ma che ancora ti sfugge?
RS: Collezionare Lovecraft è un’opera infinita e quindi ho molto, ma mi è sfuggito di tutto… però le prime edizioni della Arkham House…

LI: Chi sono i tuoi scrittori, weird e non, oltre il Maestro?
RS: Stephen King, Joe R. Lansdale, Terry Pratchett e anche adesso (forse, soprattutto adesso) Neil Gaiman. Sono autori molto diversi tra loro che scrivono con stili differenti ma che si contaminano tra loro e spesso si lasciano contaminare dall’opera di HPL. Non ho voluto mettere i mostri sacri, pilastri della letteratura universale come Tolkien e Borges o Poe e magari Meyrink perché sono “requisiti di accesso” al mondo del fantastico e vanno letti a prescindere.

LI: Conosciamoci meglio. Ti interessi anche al cinema, alla musica, al funetto, ai serial? Cosa consiglieresti?
RS: Togliamoci subito un argomento: la musica. Sono un analfabeta musicale assoluto e non ho nessun sofisticato artista a cui fare riferimento, fondamentalmente canto sotto la doccia nei miei abbastanza rari momenti di igiene personale.
Non parlerò altresì né di fumetti (ne ho troppi, ne leggo troppi e sarei prolisso e noiosissimo), né di film o serie TV (ho dei gusti banali e vado dai film dell’MCU a quelli un po' più seri e guardo serie TV prevalentemente di azione e spionaggio, quindi poco attrattive). Vorrei però fare outing e dire che a me piacciono moltissimo le arti marziali orientali che pratico con scarsissimi risultati da vecchio bolso e sovrappeso ma che continuo a trovare veramente interessanti perché aprono la mente a un modo di vedere il mondo e la realtà che ci circonda totalmente diverso da quello a cui siamo abituati. L’approccio orientale che dà pari dignità a corpo e mente è per noi occidentali completamente nuovo e spesso veramente illuminante. Però è un’esperienza che va sperimentata direttamente e non raccontata.

LI: Grazie, Roberto, ma prima di salutarci ti tocca la domanda più insidiosa: dicci qualcosa sulla tua collezione che nessuno sa!
RS: Ovviamente ci sono molte cose della mia collezione che nessuno sa, ma forse le menti umane non sono ancora pronte a conoscere questi segreti…


GALLERIA FOTOGRAFICA 

Lovecraft verminoso fatto
da Alessandro Bani (il mio tessoro...)

Ex libris fatto da Luigi Casalino
(incisore di Novara, persona straordinaria)
E' capovolgibile e altrettanto incredibile 1/2


Ex libris fatto da Luigi Casalino
(incisore di Novara, persona straordinaria)
E' capovolgibile e altrettanto incredibile 2/2

Cthulhu fatto da mia figlia a 15 anni

Natale a Innsmouth

Mostri all'angolo della strada (1' edizione)

Aquaman che cavalca Cthulhu
(è il mio orgoglio - trovato su ebay)

Opere complete SugarCo

Lovecraft a fumetti 
(assurdo americano con HPL tipo Marlowe, fighissimo)

HP Lovecraft - A pictorial antology
(Raro. Glittering Images di circa 35 anni fa)

Oscure Circostanze - Edizione del Club degli Editori
con LoveRcraft in copertina

Piccola raccolta di libri sul Necronomicon

Filastrocche per bambini a tema HPL

Articolo in giapponese su HPL (1982)

 Lego Cthulhu (raro)
Lucca Collezionando 2015



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