Sergio Vanello - Intervista all'artista

INTERVISTA ALL'ARTISTA SERGIO VANELLO

Il Gruppo Telegram "Lovecraft Italia" intervista Sergio Vanello, artista poliedrico in grado di padroneggiare tanto la tecnica pittorica, con numerose mostre in gallerie d'arte all'attivo, quanto l'arte del fumetto, come dimostra il recente “H.P. Lovecraft - Dagon e altri racconti brevi”, pubblicato da NPE, nonché le collaborazioni con le rivista Linus (Italia) e Métal Hurlant (Francia).

LI: Ciao, Sergio. In ambito fumettistico, tu sei un autore dotato di uno stile personale, al tempo stesso classico e visionario, evocativo ma preciso, mai confusionario. Un tratto lontano dalle mode del momento e dai facili sensazionalismi. Vuoi parlarci di come hai raggiunto la tua cifra artistica?
SV: La mia formazione è soprattutto pittorica, e questo mi ha dato la possibilità di legare la dimensione grafica del fumetto alla libertà della pittura, soprattutto grazie all’utilizzo di tecniche miste (acquerello, matite e china).
Dal punto di vista del disegno, amo l’Espressionismo (in tutte le sue forme) e il realismo; ovviamente ho cercato di legare questi interessi al mio segno naturale, spontaneo, cresciuto grazie all’esercizio e allo studio: lo stile non si crea artificialmente, emerge spontaneamente sulla carta grazie alla pratica, alla costante applicazione.


LI: Nei tuoi fumetti – termine cui conferiamo tutta la dignità delle altre forme artistiche – ti sei dedicato grandemente a soggetti fantastici e orrorifici. Come mai?
SV: Perché amo i mostri e il nero, il gotico!, grazie al quale è possibile raccontare, metaforicamente, vicende legate alla contemporaneità sociale, politica ed esistenziale della nostra epoca. Inoltre, dal punto di vita grafico, disegnare “l’Inferno” è molto più spettacolare e interessante che raccontare per immagini il “Paradiso” (vedi il grande esempio del pittore francese Gustave Doré): il fascino dell’horror è intramontabile…



LI: Perché disegni, dipingi, crei? Cosa ti ha spinto a farlo e cosa vuoi esprimere? Cosa ti spinge a continuare?
SV: Disegnare/dipingere è soprattutto un bisogno esistenziale: non passa giornata in cui non disegno qualcosa, per lavoro o per mia esigenza personale. Inoltre, il disegno è comunicazione, un linguaggio non verbale per comunicare col mondo. Non ho bisogno di motivazioni per continuare, continuo e basta, è la mia vita. Disegnerei e ho disegnato anche e solo per me, qualora finisse l’interesse degli altri per il mio lavoro. Spesso porto l’esempio dello squalo: se uno squalo smette di nuotare può morire; per me è uguale, senza disegno non potrei vivere…



LI: Tu hai una carriera accademica e artistica anche al di fuori del fumetto. Sei docente universitario di Discipline Pittoriche e tieni mostre personali. Puoi illustrarci questo aspetto della tua arte?
SV: In realtà sono docente di Arte e Immagine alle Medie (dopo aver insegnato 12 anni Discipline Pittoriche al Liceo Artistico). In effetti, due anni fa, ho vinto un bando per la cattedra di Illustrazione presso l’Accademia di Belle Arti, ma, alla fine, ho preferito rimanere con i ragazzi delle Medie. Questo perché, in realtà, credo molto alla possibilità di insegnare le “basi” del disegno (scuole Medie), ma pochissimo nella possibilità di indirizzare o dare consigli a ragazzi/persone più mature che già hanno maturato un loro approccio alla narrazione e al disegno. Ho sempre desiderato non ricevere e non dare consigli: l’apprendimento (nell’Arte come nella vita) avviene grazie alla propria esperienza personale: nessuno può vivere per noi le nostre esperienze e la nostra crescita, siamo soli, e dobbiamo attraversare soli questo bellissimo viaggio esistenziale e culturale che è la vita. Non esistono scorciatoie.



LI: Che tipo di tecnica utilizzi per realizzare le tue opere? Cosa consiglieresti a un autodidatta? Cosa pensi delle tecniche digitali più moderne e delle applicazioni basate sull'intelligenza artificiale?
SV: Per le tavole a fumetti e le illustrazioni utilizzo una tecnica che amo e mi permette la massima flessibilità: acquerello, china e matite su cartoncino; la pittura ad olio per le tele. Non sopporto le tecniche digitali per disegno e pittura perché producono una generale omologazione del segno e del colore (un po’ quello che è successo ai progetti degli architetti con autoCAD). Inoltre, il digitale può simulare quello che vuole ma non avrà mai la bellezza di un acquerello “vero” su cartoncino 100% cotone 300gr. Utilizzo Photoshop nella post-produzione, per “confezionare” i file richiesti dagli editori, ma l’intervento si riduce al minimo, di solito regolando il contrasto, la luce e poco altro. Per quanto riguarda l’AI, si tratta di “altro”: non ha nulla a che fare con l’Arte. Perfetta in campo medico e scientifico, ma con l’arte non c’entra nulla: chi pubblica “opere” create con AI non fa disegni, ma post (o, nel peggiore dei casi, pubblicazioni cartacee “non artistiche”). Come argomentavo precedentemente, nessun consiglio a nessuno: ognuno di noi deve trovare dentro di sé le proprie immagini e il proprio percorso.


LI: Quali sono i tuoi artisti preferiti, in ambito accademico? E in quello fumettistico? Cosa consiglieresti come imprescindibili?
SV: I miei artisti preferiti sono (nell’ordine): Gustav Klimt, Diego Velàzquez, Egon Schiele, Francis Bacon e Hans Holbein il Giovane. Tra i maestri del fumetto, il mio preferito in assoluto è Attilio Micheluzzi; a seguire: Sergio Toppi, Guido Crepax, Hugo Pratt, Dino Battaglia, Milo Manara, Igort, Enrique Breccia, Winsor McCay, Frank Miller e tutti i disegnatori Marvel anni ’60 e ’70; soprattutto Steve Ditko. Tutti artisti che considero imprescindibili.


LI: Consociamoci meglio. Libri, musica, film, serie TV. Cosa consigli?
SV: Libri: amo alla follia Georges Simenon, Alberto Moravia e ovviamente H.P.Lovecraft; leggo poi altri autori: Haruki Murakami, Matsumoto Seicho, Milan Kundera, Iosif Brodskij, ecc.
Musica: rigorosamente classica, soprattutto Haydn, Mozart e Beethoven. Musica non classica: Lucio Dalla!, magnifico, e gruppi Metal (soprattutto gli Anathema e i Metallica).
Non amo le serie tv ma adoro il cinema: Il mio genio è Woody Allen (considero Manhattan il più grande film della storia del cinema); in realtà poi, nonostante l’abbonamento ad alcune piattaforme, guardo sempre i soliti film (in DVD!): il cinema di Hitchcock! Steven Spielberg, Sergio Leone, Wim Wenders, Bernardo Bertolucci, Miyazaki… Lo Squalo 1 (adoro!) e 2; la saga di Star Wars; saga di Jurassic Park e Jurassic Word; inoltre, uno dei film che amo di più è “Assassinio sull’Orient Express” diretto da Sidney Lumet.


LI: Sappiamo che hai iniziato a illustrare le copertine del periodico Linus, curato dal mitico Igort. Com'è nata questa collaborazione?
SV: Il Maestro Igort mi ha “scoperto” grazie ai social: un bellissimo giorno mi è arrivato un messaggio della sua bravissima collaboratrice, Sara Fabbri, la quale mi chiedeva un’illustrazione dedicata a Stephen King (pubblicata poi su Linus del marzo 2020); ormai sono 5 anni che collaboro con loro, tra illustrazioni interne e copertine: sono orgogliosissimo di questa collaborazione.




LI: Qual è stato il libro, o racconto, che più ti ha emozionato illustrare?
SV: Sicuramente La Metamorfosi di Kafka (uscito per Edizioni NPE nel 2021) e quest’ultimo “H.P.Lovecraft- Dagon e altri racconti brevi” (sempre ovviamente pubblicato da NPE).



LI: C'è un'inquadratura che sogni di disegnare da anni ma non hai ancora trovato la storia giusta per inserirla?
SV: In realtà, no: riesco comunque, al di là del racconto, ad inserire quasi sempre quello che amo.


LI: Hai mai nascosto un messaggio, un simbolo o una battuta in un angolo del tuo fumetto?
SV: Sempre… Ovviamente rimane un segreto.


LI: Prima di salutarci... dicci qualcosa sulle tue opere che nessuno sa!
SV: Se non lo sanno, è perché non devono saperlo. Grazie!



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Commenti

  1. Conosco personalmente Sergio e un grandissimo artista e una persona squisita veramente

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