COVEN RIUNITO - INTERVISTA AL COLLETTIVO
COVEN RIUNITO
INTERVISTA AL COLLETTIVO
Paolo Sista del Gruppo Telegram Lovecraft Italia intervista Laura Gobbo, Serena Aronica e Giulia Massetto, animatrici e guide dello spazio collettivo di scrittrici, illustratrici e articoliste Coven Riunito. Detta Congrega si pone l'obbiettivo di essere un punto d'incontro dove raccontare e sviscerare i topoi dell’horror, del weird, del gotico, del pulp e del grottesco dalla prospettiva femminile.
Dopo avere collaborato a “Donne Mortali”, progetto ideato da Racconti dal Profondo, finalmente presentano la loro antologia “Incubi, paure e inquietudini”. Il libro – illustrato da Simona Naddeo, introdotto da Alice Cervia e con la presenza della madrina Irene Visentin – vede figure conosciute e talenti esordienti affrontare e ridefinire il macabro, lo spaventoso e il perturbante con tutta la forza e lo spirito di rivolta di chi è stato tenuto ai margini ma non intende restarci.
PS: Ciao Laura, andiamo subito al punto. Dopo la collaborazione al volume “Racconti dal Profondo - Donne Mortali”, a Stranimondi 2025 avete presentato la vostra creatura: con “Incubi, paure e inquietudini”. Cosa vi ha spinto a ideare questa antologia, cosa lo rende unica nel panorama Weird italiano?
LG: Questa antologia nasce come sfida e come presa di posizione da un’idea di Irene L. Visentin – la fondatrice di Coven Riunito di cui oggi custodisco il posto nel direttivo – dopo anni di sangue amaro ed esperienze negative. Irene, stanca di vedere concorsi letterari horror sempre vinti da uomini e antologie a forte predominanza maschile ha detto: «Sai che c’è? La nostra antologia ce la facciamo da noi». E così è iniziato un viaggio lungo e non semplice ma anche pieno di emozioni e di orgoglio per tutte noi e per le autrici che ne fanno parte.
“Incubi, paure e inquietudini” è un po’ un manifesto di Coven Riunito, è donna a 360°: dai racconti, alle illustrazioni, passando per la prefazione e l’impaginazione: dimostra come le donne sono inarrestabili quando decidono di fare squadra e supportarsi a vicenda.
A rende questo volume speciale e unico penso sia l’intento con cui nasce ma soprattutto la sincerità e il coraggio con cui i racconti sono stati scritti da ciascuna delle nostre autrici, che hanno accettato di mettersi a nudo attraverso la scrittura per mettere nero su bianco le loro paure, rendendole universali ed esorcizzandole con audacia e determinazione. Con questa antologia ci prendiamo il posto che ci spetta nel panorama letterario italiano di genere e rivendichiamo la nostra voce.
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| Laura Gobbo |
PS: Il Coven Riunito nasce dall'esigenza di mettere a disposizione uno spazio al femminile dedicato alla galassia immaginifica dell'orrore, del perturbante, dell'insolito. Potete approfondire questo concetto, la filosofia sottesa? Cosa rende unico e differente uno sguardo femminile in questo ambito (forse, in tutti gli ambiti)?
SA: Quando il panorama che continui a contemplare non cambia… o ti giri in un’altra direzione, oppure ti rimbocchi le maniche e cerchi di portare elementi nuovi, che possano arricchirlo.
Coven Riunito è proprio questo. Un elemento, un innesto, in un panorama che aveva necessità di qualcosa di nuovo. Il nostro “piccolo albero nero” è cresciuto e molte autrici, illustratrici, artigiane ma anche lettrici e lettori, curiosi e appassionati del perturbante e dell’orrore in tutte le sue sfumature si sono raccolti sotto le sue fronde.
Volevamo offrire un punto di vista differente. Un’angolazione insolita dalla quale esplorare questo genere. E questo non perché non ci siano esponenti femminili dal grande eco che alimentano, o hanno alimentato, la corrente dell’orrore con opere immortali ma piuttosto far comprendere quanto in realtà sia vasto l’universo femminile che ruota intorno a certe tematiche.
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| Serena Aronica |
PS: Torniamo a “Incubi, paure e inquietudini”. La realizzazione del progetto è andata avanti senza intoppi? Si è creata subito sintonia con le scrittrici e l'artista coinvolte?
GM: Posso sinceramente affermare che l'unico intoppo è stato l'attesa. La coesione che si è creata subito fra di noi è stata la motivazione per la quale non abbiamo mai smesso di sperare (e sognare) che una casa editrice vera ci accogliesse fra le sue braccia. Sin dall'inizio ci eravamo imposte di non optare per un'autopubblicazione: era nostro desiderio quello di venire comprese da qualcuno del settore. La ricerca della realtà giusta è stata lunga, ma non abbiamo mai sfiorato il pensiero di lasciar perdere: avevamo una responsabilità troppo grande.
Quando Simona è arrivata ad arricchire i testi, invece, è stata subito magia! Tutte le autrici hanno avvertito il loro racconto impreziosito e hanno reagito con entusiasmo.
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| Giulia Massetto |
PS: Avete impiegato molto tempo a trovare l'editore adatto? Come siete giunte alla collaborazione con l'editore Black Dog?
LG: La via per trovare la nostra casa editoriale è stata un percorso a ostacoli pieno di discese e salite. Quando sembravamo vicine alla meta puff eccola allontanarsi di nuovo. Ma lo sapevamo che non sarebbe stata una passeggiata soleggiata, dare fiducia a un progetto del genere e crederci quanto noi presupponeva un cieco atto di fede in qualcosa di nuovo e in un collettivo che si sta affermando oggi. Due anni fa, quando è nato il progetto antologico, eravamo ancora in uno stadio embrionale. Un giorno abbiamo pubblicato un update per le nostre autrici, per far sapere loro che la ricerca non era finita ma che non avremmo ceduto di un passo dal nostro obiettivo ed ecco che come per magia è comparso Marcello Figoni di Black Dog che stava cercando nuovi progetti per la sua nuova collana editoriale dedicata a opere contemporanee di genere. E così Marcello ci ha scelte, ha preso la rincorsa ed è saltato nel nostro buio mettendoci un impegno che non avremmo mai immaginato così immenso.
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| Stranimondi 2025 |
PS: Vi andrebbe di raccontarci un episodio bizzarro che vi è accaduto durante la realizzazione del progetto editoriale?
SA: In realtà non ci sono stati eventi bizzarri, per fortuna! La gestazione del progetto antologico è stata più lunga di quella di un elefante e già questo ci ha messo a dura prova! Lungo il cammino abbiamo avuto una piccola delusione editoriale, proprio quando eravamo certe di aver toccato finalmente terra. Poi però abbiamo dovuto salpare nuovamente… ma alla fine siamo riuscite a trovate il nostro porto sicuro.
PS: Ora che il libro è uscito, posso immaginare la vostra soddisfazione. Quali consigli vi sentireste di dare a chi intendesse tentare un'avventura simile alla vostra?
GM: La nostra soddisfazione è a dir poco alle stelle. Essere circondate da così tante anime che hanno creduto in un progetto è stato fondamentale per noi curatrici: abbiamo consolidato il gruppo e la sua identità. Il nostro consiglio è senza dubbio quello di accettare ogni inciampone (perché sì, si inciampa sempre ma poi ci si rialza!), ogni suggerimento, ogni parere costruttivo. Ogni energia, positiva o negativa che sia, fa parte di un percorso. Le streghe lo sanno! Ma imparare a dominare queste “altalene” senza distogliere lo sguardo dall'obiettivo finale è essenziale. Bisogna essere testardi, ascoltare e ascoltarsi, ma soprattutto credere e avere fiducia. La voce del gruppo, poi, è fondamentale.
PS: Bene, Streghe del Coven, adesso parliamo di voi. Cos'hanno di speciale i generi Weird e Horror? Cosa vi ha smosso interiormente, per avervi portate a dedicare una parte importante del vostro tempo a un genere che per sua natura vive di ibridazioni e commistioni, tanto con le atmosfere proprie del gotico, del grottesco e dell'horror quanto con il Fantastico in senso lato, compresi fantasy, fantascienza e – scandalo – addirittura “letteratura vera”?
LG: Io penso che weird e horror siano due mondi perfetti per esplorare le profondità dell’essere umano, delle relazioni sociali e delle problematiche che ogni epoca porta con sé. Spesso demonizzati come generi di serie B, in realtà sono generi eletti per parlare con verità e senza filtri di ciò che di più terribile succede nel mondo. Sono lo strumento perfetto per raccontare paure e idiosincrasie in modo onesto e diretto anche se attraverso il filtro del soprannaturale o del sangue. Inoltre sono un mezzo potente per esorcizzare le paure e venire a patti con il nostro lato oscuro.
SA: A volte non è semplice “raccontarsi” e per farlo si affrontano viaggi lunghissimi e spesso contorti. Questi generi offrono la possibilità di distorcere, ibridare, manipolare una storia e liberarsene. Sono una valvola di sfogo. Allo stesso tempo, offrono la possibilità di esplorare la nostra creatività mettendola alla prova.
GM: Come lettrice, sin da piccola mi sono scoperta affascinata dalle atmosfere tetre, tese, scure. Crescendo e iniziando a plasmare le idee per le mie storie, ho capito che questo genere è l'unico che, per mia percezione, riesce ad avvicinarmi con cautela e analisi ai miei demoni. Comprendendo che la paura si articola in incubo, trauma e accettazione o rassegnazione, ho individuato proprio qui un terreno fertile per riscoprirmi autentica, riuscendo talvolta a lanciare un messaggio di speranza al lettore, cosa fondamentale, poi, nella filosofia di Coven Riunito!
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| Stranimondi 2025 |
PS: Voi portate avanti percorsi culturali personali: animatrici, scrittrici, podcaster e youtuber. Parlateci del vostro percorso artistico e culturale personale!
LG: Mentre le mie colleghe sono artiste a tutto tondo e scrittrici pazzesche, io nasco come lettrice forte e oggi sono un’avida consumatrice di serie orientali: dai k-drama alle produzioni thailandesi, giapponesi e cinesi. La mia passione per la lettura mi ha portato a parlare di libri su IG e a collaborare, dallo scorso anno con la rivista letteraria ilRecensore.it, per la quale curo interviste, articoli tematici e recensioni. Da quando è nato il progetto della nostra antologia, ho deciso di provare a passare dall’altro lato della penna ma ci vuole tempo. Mi piacerebbe avere un podcast ma al momento è solo un sogno nel cassetto. Ho anche avuto l’onore di essere per due anni nella giuria del premio “La chiave d’argento” di Marginalia, fiera editoriale che adoro, ed è stata un’esperienza unica.
SA: Io, come dico spesso, sono un residuato bellico! Ho iniziato a scrivere a 15 come terapia ma è nel 2012 che inizio a fare sul serio dopo essere approdata sullo storico portale Splattercontainer.com (che tempi!). Ho scritto tanto, soprattutto racconti, organizzato festival e lavorato a sceneggiature, ho esplorato il mondo dei podcast e ora sono partita con una nuova avventura su Youtube… e soprattutto leggo. A volte ho come la sensazione di “vivere” da moltissimo tempo e lo devo alla scrittura e alla lettura, il mio elisir di eterna giovinezza (interiore ovviamente!).
GM: Nonostante abbia studiato restauro del legno, ho sempre fatto lavori ben distanti da questo. Tuttavia, sin da giovanissima, avvertivo una fortissima energia creativa che, in qualche modo, doveva uscire. Scrivevo già ai tempi delle medie, poi la vita e gli studi mi hanno portata ai pennelli, alle chine, all'ebanisteria. Alla fine, ho capito che da grande avrei dovuto tenere in mano esclusivamente la penna e la macchina fotografica. Non potrei vivere infatti senza scrivere e senza fotografare i luoghi abbandonati, nei quali mi trovo estremamente a mio agio. Nel 2015 è nato il mio progetto fotografico Urbex Footsteps, mentre nel 2020 ho toccato su carta il mio primo lavoro letterario, “Vieni a Locoscuro - Cose strane, amori strani, gente strana” (Eretica Edizioni), antologia weird bella tosta dove ho mascherato ogni peggior conseguenza dell'amore in dodici racconti. Cinque anni dopo ho partorito il mio primo romanzo, “Io, che non vivo” (Eretica Edizioni), al quale sono particolarmente grata poiché la protagonista mi ha insegnato davvero tanto.
Ho scritto molti altri racconti horror e grotteschi, che hanno trovato casa in riviste o antologie di genere e podcast.
PS: Quali sono i vostri autori preferiti, sia in ambito weird che nella letteratura ufficiale?
LG: Io sono appassionata di Stoker, anche delle sue opere minori come la raccolta “Il paese del tramonto”, ma amo molto anche alcuni autori italiani contemporanei di genere, non faccio nomi o non finiamo più e le socie di Coven - compresa Irene Visentin per cui ho avuto un colpo di fulmine letterario qualche anno fa, che mi ha poi portato in Coven - che sono delle scrittrici pazzesche e che ho scoperto prima che divenissimo un trio così unito. Ma la lista è lunga, sono legata alla scrittura di Palahniuk e Niven senza dimenticare Anne Rice, che è un po’ un faro luminoso che non si spegne mai, per me.
SA: Non voglio prendervi in ostaggio! Citerò quelli che più di altri hanno “inciso” la mia mente e il mio immaginario: Edgar Allan Poe, de Sade, I Fratelli Grimm, lo Zio King, Peter Straub, Dean Koontz, Anne Rice, Primo Levi, Umberto Eco ed Evtušenko.
GM: Sono da sempre innamorata follemente di Tiziano Sclavi, che non è stato solo sceneggiatore di Dylan Dog, ma anche romanziere. I suoi libri sono stati veri pugni nello stomaco e hanno cambiato sia il mio sguardo sulla vita che il mio approccio alla scrittura: il suo stile è folgorante e, secondo me, inarrivabile.
Amo moltissimo anche la follia di Dino Buzzati e la schiettezza di Chuck Palahniuk.
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| Stranimondi 2025 |
PS: Musica, Film, Fumetti, Serie fondamentali?
LG: Se mi chiedi che musica ascolto la risposta è solo una: rock. Sono cresciuta nella mia adolescenza tra Guns’n’Roses e AC/DC grazie ad amici che avevano una cover band e oggi impazzisco per Linkin Park, Bad Omens e gruppi di questo tipo senza tralasciare un po’ di sano K-pop che sto scoprendo ora e qualche voce italiana che mi diverto a cantare a squarciagola. Non sono una grande consumatrice di film ma non mi vergogno a dire che ogni anno mi rivedo la Bella e la Bestia della Disney e per Natale “L’amore non va in vacanza” (sorry not sorry, sono una romanticona, sotto sotto) e amo andare al cinema da sola quando riesco. Non ho mai letto fumetti ma sto puntando manga, manwha e webtoon soprattutto di genere dark. Per le serie su tutte Buffy l’ammazzavampiri (ci sono cresciuta), Penny Dreadful (ma quanto è meravigliosa?) e Itaweon Class, Alchemy of Souls e Taxi Driver per il mondo asiatico, ma la lista è lunga.
SA: La colonna sonora della mia vita: The Cure.
Il film che mi ha cambiata: L’attimo fuggente (Dead Poets Society)
Fumetti: non sono una fumettara ma sono stata ragazzina quando Dylan Dog irrompeva nelle edicole. Facevo la cresta sul pane quando mia madre mi mandava a prenderlo per comprarmi gli albi!
Serie fondamentali: Buffy l’Ammazzavampiri, Lost, Scrubs e in tempi più recenti Better Call Saul e tutto ciò che produce Ryan Murphy!
GM: La musica è a dir poco sacra. Sono estremamente selettiva e, come un po’ tutti, ho attraversato diverse fasi. Ho amato in adolescenza i RHCP, i Pixies, i Jane's Addiction. Ad oggi, la mia attenzione e il mio cuore sono tutti per la neopsichedelia, il dreampop e il cantautorato italiano degli anni Settanta e Ottanta.
I film sono altrettanto sacri! Potrei parlarne per giorni e giorni, ma mi limito a tre titoli per me fondamentali: “La Ballata dell'odio e dell'amore”, “Mood Indigo” e “Zeder” (Pupi Avati nel gotico padano è intoccabile).
Fumetti: Dylan Dog è stato mio fedele compagno per 26 anni. Ci ero affezionata come ad un amico in carne e ossa.
Sono gelosissima della mia collezione!
Serie: “Twin Peaks” a colazione, “Dexter” a pranzo, “AHS” per aperitivo e “Al nuovo gusto di ciliegia” a cena, grazie.
PS: Diteci qualcosa sul vostro lavoro che nessuno sa!
LG: Al momento non ho molto da dichiarare signor Giudice! Scherzo ma non troppo, scrivo davvero da poco lasciando che la storia mi parli e si racconti da sé. Mi lascio ispirare da sogni, da discorsi strani e da cose inattese. Non ho ancora un “iter” tutto mio.
SA: Quando scrivo sono come Paul Sheldon. Non quando è in Hotel, ma quando è inchiodato alla macchina da scrivere da Annie. Rimugino, medito, amo, odio… è una dura vita quella dello scrittore!
GM: Innanzitutto, nulla di ciò che scrivo è esclusivamente finzione. Amo attingere dalla mia realtà e dalla mia esperienza.
Quando scrivo (esclusivamente di sera/notte) devo eseguire pochi ma fondamentali rituali, piccoli gesti routinari che mi aiutano a lasciarmi alle spalle le fatiche della giornata. Alla sinistra del PC posiziono sempre quello che è per me il libro sacro, “La circolazione del sangue” di Scalvi. Alla destra, il quadernino degli appunti. In estate mi rilasso sorseggiando una birra fresca, per l'inverno invece mi vizio con un quadratino di cioccolato fondente e un liquore alla marasca, il Sangue Morlacco. Ecco: così mi sento pronta a ricamare narrazioni fantastiche e orrorifiche sulle mie vicende personali, facendo vestire nuovi panni alle persone che mi circondano, trasformandole nei miei personaggi.
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| Da sx: Irene Visentin, Paolo Sista, Laura Gobbo, Alice Cervia |
PS: Siamo giunti alla fine e porgiamo un caloroso saluto al Coven Riunito. Prima di congedarci, ci sono persone e realtà che volete ringraziare o semplicemente salutare?
LG: Direi che il primo grazie va a voi ragazzi che avete sostenuto il nostro collettivo e il nostro progetto fin dall’inizio e ci avete sempre creduto, poi un grazie enorme a Giulia e Serena con cui ormai condividiamo qualsiasi cosa anche delle nostre vite. Ma soprattutto grazie a tutte le artiste e le scrittrice di Coven Riunito che dal giorno zero hanno sposato il nostro progetto, il nostro messaggio facendolo loro e ci hanno dato una carica infinita per fare sempre di più. E ovviamente grazie a Black Dog che ha reso il nostro sogno realtà.
SA: Sicuramente le mie consorelle, compagne in questa pazzesca avventura! L’impareggiabile Marcello della Black Dog Edizioni. Tutte le autrici presenti nell’antologia ma anche le persone che ogni giorno seguono e sostengono Coven Riunito. E il mio compagno, Adriano, l’unico essere umano sulla faccia della terra che non mi stanco mai di avere accanto!
GM: Ringrazio semplicemente tutti coloro che ci sono stati, ci sono e ci saranno lungo questo percorso. Ogni presenza ha la sua unica importanza ed è un tassello fondamentale in questa mia e nostra avventura.
IL LIBRO
Coven Riunito - Incubi, paure e inquietudini
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