Mauro Palazzi - Intervista all'autore

Mondo Thule del Gruppo Telegram Lovecraft Italia intervista Mauro Palazzi, autore di "Per altre vie mi condusse, ad altre risposte giunsi" e collaboratore dell'antologia"Strani Aeoni"



MT: Quali sono i tuoi scrittori preferiti, sia in ambito weird che nella letteratura ufficiale?

MP: Ricordo di aver sempre letto di tutto sulla fantascienza, racconti di autori noti e meno, raccolte, classici e semi sconosciuti... tutto quello che mi capitava tra le mani lo leggevo; in particolare i grandissimi: Asimov, Clarke, Herbert, Bradbury, insomma... i soliti noti. Accanto a loro però esistono piccoli capolavori di letteratura direi "pangenerica" che colgono davvero molti aspetti che non possono essere catalogati solo in questa categoria, penso a "Sentinella" di Brown che espone l'essenza stessa del razzismo al contrario, il mettersi dall'altra parte a guardare la famosa "trave nel nostro occhio" anziché la pagliuzza dell'altro. Un altro bellissimo racconto è (mi pare ma della mia memoria farei volentieri a meno...) "aveva girato intorno ai cavalli" che tratta di universi paralleli e collegamenti casuali attraverso dispacci e note di carattere militare e politico, una vera e propria epifania su un nuovo modo di raccontare la vicenda, un carattere "storiografico" che, guarda caso, molti anni dopo assume valenza di insegnamento della nostra storia nelle scuole. E altri, tantissimi che non riesco a dire in queste poche righe, uno, ad esempio su tutti, su un dio che scosta i pianeti vicini, raccoglie la nostra terra e se la mangia; con la pancia piena si vede sollevare da una mano enorme e mangiato a sua volta... la frase finale è un programma di pensiero "esiste sempre un dio più grande di noi…"

 

MT: Perché scrivi?

MP: Scrivo perché non ho più il ciuccio. Questa è una semi citazione libera di Umberto Eco il quale disse, rispondendo a una domanda, che si leggeva per quel motivo. Molto poeticamente a chi chiedeva se si sarebbe arrivati mai ad eliminare totalmente il libro stampato a favore di quello elettronico rispose che vi era un piacere nel sentire il profumo di un libro nuovo che si reiterava nel tempo ad ogni nuova apertura, nel suono delle pagine che girano, nel piacere "quasi fisico" di inumidire il dito per girare le pagine, ecco, disse, noi leggiamo libri perché non abbiamo più il ciuccio. Esattamente come chi li scrive, il vero piacere del foglio bianco dello scorrere delle parole, del comporsi delle frasi. E poi, una cosa nota ma incredibile a viversi, il dipanarsi della storia porta i vari personaggi ad "agire in proprio" a rispondere con frasi che non erano nella mia testa sino all'attimo prima di vederla vergata su carta. A volte penso che la storia sia sempre stata lì, occorreva solo parte del mio tempo per mutuarla verso il nostro universo (o meglio verso questo lato del multiverso). Ammetto che scrivere di alcuni di loro mi ha messo ansia, timore, emozione ed anche qualche sana risata... proprio come se stessi vedendo un film con svolte o dialoghi inattesi. Trovo questa esperienza altrettanto spaventevole quanto appagante.

 

MT: Musica , Film, Fumetti , Serie fondamentali?

MP: Mmmmmm...
Musica: Battiato senz'altro, cantautoriale, ma anche il Boss, ma anche John Denver o i Procol Harum (lo so, lo so... :) :) ) insomma, tutto quello che mi serve per scrivere come dico io.
Film: moltissimi di fantascienza (su tutti direi Blade Runner ma anche The Prisoner (io non sono un numero, sono un uomo libero! MICIDIALEEEE).  
Fumetti: nella mia vita ho comprato solo due fumetti: Nathan Never dal 1991 (prima non ne compravo, leggevo i Dylan Dog dei miei amici) e Ken Parker, tra l'altro ho conosciuto personalmente il grande Ivo Milazzo.  
Serie fondamentali: Spazio 1999 sull'intero multiverso, Battlestar Galactica 1978 (già quella del 1980 mi è piaciuta solo per alcuni episodi) ma anche Attenti a quei due, Il Santo e (direi da bimbo) le serie tipiche di fine anni '70 come Kojak
 

MT: Dicci qualcosa sul tuo libro/racconti che nessuno sa!

MP: Ho iniziato il primo dei miei racconti circa 12 anni fa... avevo già in mente la fine ma non ho più avuto voglia e tempo di finirlo; dopo un periodo di scrittura "poetica" però, mi è tornata la voglia di portare a termine questo primo e scriverne altri. Dirò qualcosa su uno di quelli a me più cari: Il tempo di vivere. La genesi del racconto nasce per la voglia di non scrivere un "raccontino" ironico e abbastanza "facile", volevo qualcosa di più intimo, intrigante ma anche più complesso. In una prima stesura non avevo volutamente inserito il capitolo sulla moglie, quando mi fu chiesto, lo scrissi di malavoglia in una mezz'ora circa e con molta personale sofferenza... mi ero immerso troppo nella vigliaccheria e nella cattiveria del protagonista, ne sono uscito turbato. Per il resto mi ricordo i tantissimi biglietti formato A5 sprecati in schemi e didascalie per cercare di far tornare gli eventi di "salto nel tempo" presenti in Tomorrow's News, non ne venivo a capo e, sospetto, non ho risolto il problema :) :) :).Ad ogni modo l'immergersi nella scrittura è diventato un tempo sospeso nel quale le leggi della fisica non lineare e della meta quantistica sono piegate dietro le mie spalle a leggere lo schermo avide di arrivare al termine della storia quanto me... Grazie per l'attenzione e a presto.




I Libri:

Le mani di Kairos 

Per altre vie mi condusse. ad altre risposte giunsi

Cinque punti di prospettiva 

Team Solve - Tutti i colori del cubo


Le Antologie:

L'Amaro in Bocca 

Strani Aeoni: "Gli Obitori in Via del Delitto"

Strani Aeoni 001

Strani Aeoni 002

Strani Aeoni 003

 

Telegram:

Lovecraft Italia


Commenti

  1. I racconti di Mauro sono veramente un viaggio che nel contempo si configura come cosmico, cronologico ed emozionale. Cosa si potrebbe chiedere di più alla narrativa?

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