Andrea Giusto - Intervista all'autore

Mondo Thule del Gruppo Telegram Lovecraft Italia intervista lo scrittore e youtuber Andrea Giusto, alias Il Cacciatore di Zombi, autore de "L'anomalo samurai", primo volume della trilogia del Duca Marinetti. L'intero ciclo verrà pubblicato dai tipi della Colomò Editore, nella collana Officina Onirica


MT: Quali sono i tuoi scrittori preferiti, sia in ambito weird che nella letteratura ufficiale?

AG: Mi avvicinai al genere leggendo racconti di Poe, in un'antologia scolastica. Alle superiori comprai una bellissima edizione contenente tutte le sue opere, stampata su carta velina, con copertina rigida rilegata a mano e custodia in cartone: quel mio volume è ulteriormente impreziosito da una dedica di Dario Argento, che mi feci fare quando anni fa ebbi il piacere di lavorare per lui come suo tecnico del suono ed assistente di studio. Il mio genere preferito è però la fantascienza: i miei autori preferiti sono Frank Herbert e Roberto Quaglia. Amo particolarmente la fantascienza classica, quella per capirci delle riviste americane che pubblicavano i racconti ad episodi negli anni 40, 50, 60 e 70 del 900: poemi cavallereschi proiettati nel futuro o western stellari, se volgiamo. E amo le ucronie, meglio se distopiche.


MT: Perché scrivi?

AG: Perchè amo il cinema ma non ho i mezzi economici per farlo; se sapessi disegnare, produrrei i fumetti… Per scrivere non servono molti soldi, quindi scrivo. Ripeto, avessi i soldi per fare cinema, sarei uno di quei registi autori che scrivono anche la sceneggiatura e penso che leggendo i miei racconti si veda parecchio l’impronta cinematografica.


MT: Musica, Film, Fumetti, Serie fondamentali?

AG: Mentre scrivo ascolto prevalentemente Synth Wave ma anche Disco Dance dell’epoca d’oro e la italo Disco anni 80; con i miei figli canto le sigle dei cartoni animati di quando ero bambino; con mia Figlia di 10 anni ho rivisto tutte le serie di Lupin ed ora stiamo guardando Capitan Harlock, benché da bambino preferissi Capitan Futuro. 

Riguardo ai film, più che generi direi epoche: sono nato e cresciuto nell’epoca d’oro dell’action testosteronico americano mentre in tarda gioventù tornai indietro di un decennio, perché il cinema degli anni 90 mi faceva cagare e così mi sono tuffato nei 70. Ora che sono meno intransigente guardo un po' di tutto, basta che il film non mi stufi nel primo quarto d’ora e credimi è raro, perchè avendo studiato cinema e possedendo più di 3000 film ormai non mi stupisce più nulla. 

Per fortuna ci sono le serie tv, la cui qualità negli ultimi ann è cresciuta vertiginosamente: The Shield, X-Files, L’uomo nell’Alto Castello, Visitors, The Walking Dead… da bambino guardavo le avventure di Buck Rogers nel ventiseiesimo secolo e l’A-Team! Scherzo, le vedevo praticamente tutte ma quelle erano le mie preferite.

Fumetti… ho imparato a leggere con la Pimpa, l’Uomo Ragno e Batman; alle medie divoravo The Punisher e Dylan Dog e il fumetti in edizione limitata tratti dai film. Oggi, all’alba dei 44 anni, leggo prevalentemente graphic novel come Watchmen o manga brevi come Akira, anche perchè non ho lo spazio per collezioni infinite e nemmeno i soldi; se fossi ricco, mi comprerei certamente tutti i Dylan Dog e basta.


MT: Avevi un canale YouTube con oltre diecimila iscritti, purtroppo hackerato e chiuso un anno fa. Sei da poco tornato online: cosa ci riserverà la tua nuova avventura sugli schermi del tubo?

AG: Da quando inserendo a inizio video un disclaimer standard precompilato, YouTube non ti chiude più il canale se mostri i capezzoli per cui penso che farò video di “try on haul” di intimo femminile, prank” in cui vado al parco a scoreggiare in faccia ai vecchietti che danno le briciole ai piccioni e “video reaction” di cose fatte da altri in cui si vede solo la mia faccia stupefatta: se avessi fatto queste cose con il mio vecchio canale, altro che 10000 iscritti, adesso sarei un influencer coccolato dai politicamente corretti, farei il giudice in un talent show e avrei un canale con 3 milioni di iscritti, tuttavia non sfrutterei la mia immagine per sponsorizzare dolciumi griffati venduti al triplo del prezzo, millantando donazioni ai bambini malati: ho una morale che mi impedisce di lucrare sulle disgrazie altrui e ogni riferimento alla merdosa gestione dei social network è puramente casuale e non voluto.


MT: Dicci qualcosa sulle tue opere che nessuno sa!

AG: Scrivo quello che vorrei vedere in un mio film ideale e amo scrivere ucronie distopiche perchè da bambino guardavo un sacco di film di guerra ma vincevano sempre i “buoni”: da bambino tifavo per il 7° Cavalleggeri, per il Grande 1 Rosso e per la Cavalleria dell’Aria, ma crescendo e studiando la storia non canonica ho scoperto che quelli che il cinema ci fa apparire come i buoni, sono in realtà quelli che hanno sterminato i nativi della terra in cui vivono, che hanno polverizzato due citta con le armi nucleari per costringere i giapponesi alla resa e lo avrebbero fatto anche in Europa, se i sovietici non avessero preso Berlino in tempo; sono quelli che in Viet–Nam hanno causato alla popolazione civile sofferenze indicibili; so che con questa mia affermazione mi farò molti nemici, ma a me piace scrivere di un mondo in cui gli anglosassoni hanno preso delle sonore pedate nel sedere ed a vincere la seconda guerra mondiale sono stati i cattivi, quelli veri, che a differenza del gigante verde dei detersivi non sono andati in giro per il mondo ad esportare la democrazia a furia di bombe ma molto più coerentemente non hanno mai fatto segreto delle proprie intenzioni. Personalmente, se dovessi scegliere, trovo che il male minore sia il malvagio che non si nasconde dietro una falsa morale, quindi io scrivo il mio film ideale in cui non solo il soldato Ryan non viene salvato, ma gli alleati non riescono a sbarcare in Normandia, con tutto quello che ne consegue.


MT: Questo libro è il primo di una trilogia. Sappiamo che sei già al lavoro sui prossimi volumi. Saranno sempre di genere thriller oppure, dato il finale spiazzante e che non riveliamo, dovremo aspettarci incursioni in altri generi letterari?

AG: Questo mio primo libro è anomalo non solo nel titolo ma anche nel genere; io non sono un amante del thriller, anzi è una delle poche cose al mondo che mi mette l’ansia, però è stato funzionale per creare un personaggio credibile. Utilizzando alcune caratteristiche tipiche dell'estetica “pulp” più volgare, spesso sguazzando nella vera e propria pornografia (nell’accezione più vera del termine, ovvero scrittura sporca), ho creato un personaggio che si barcamena nella vita di tutti i giorni in mezzo alle sozzure della società, cercando di tenere a bada il suo mostro interiore e molto spesso offrendogli un sacrificio di sangue che sia giustificabile per la sua morale, anomala ma ferrea. Nella vita vera non esistono buoni immacolati e nemmeno malvagi assoluti, perciò il mio protagonista è così: puro negli intenti ma lurido nei mezzi, una sorta di violento supereroe che il lettore identifica come buono solo perchè combatte i cattivi, ma non c’è differenza tra un assassino e un giustiziere, se non nella morale che li muove.

Ora che il personaggio è nato e i lettori hanno imparato ad amarlo, nel secondo libro lo troveranno al massimo del suo potenziale, in quella che voleva essere un negli ultimi anni fantascientifico ma spesso volgerà più sul racconto di formazione. Tranquilli, non faccio la morale a nessuno e leggendolo capirete cosa intendo per formazione: lo scoprire la realtà così come si rivela a chi ha la capacità di vederla. Dulcis in fundo, nel terzo romanzo della serie sarete catapultati in un mondo meraviglioso, secondo il mio canone! Ma forse ho già detto troppo!


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L'anomalo samurai 


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