Barbara Guarnieri - Intervista all'autrice

Mondo Thule del Gruppo Telegram Lovecraft Italia intervista Barbara Guarnieri, scrittrice e autrice delle raccolte “Racconti onirici” e “Visioni lucide”, già recensiti su questo blog, nonché di numerosi racconti pubblicati sulle antologie della Colomò Editore quali “L'Amaro in Bocca”, “Mercuria”, “Disagio” e le imminenti “Progetto K.” e “Anime Gelide”. 




MT: Ciao Barbara, quali sono i tuoi scrittori preferiti, sia in ambito weird che nella letteratura ufficiale?

BG: Non so quanto si possano definire di provenienza “weird” o dalla letteratura ritenuta più ufficiale, ma di certo sono tre gli autori che ho sempre avuto piacere di leggere e la cui rilettura sento come un tornare a casa. Quello di cui ho esplorato maggiormente il mondo è un tale che ha pubblicato i miei preferiti col nome di Richard Bachman, ovvero Stephen King: sebbene ami profondamente i suoi capolavori dell'orrore, soprattutto quelli d'esordio come “L’uomo in fuga” e “La lunga marcia”, sono le raccolte di racconti fuoriusciti dalla sua penna che mi hanno sempre folgorato, colpendomi nel profondo e dimostrandomi che la forma del racconto è una delle vie più efficaci per toccare al meglio le corde del subconscio dei lettori; soprattutto in determinati generi come l’horror di cui lui, innegabile, è nominalmente il re.

Secondo non per importanza vi è Philip K. Dick: di lui amo l'approccio spesso profondamente pessimista con cui dipinge le società nelle sue storie, specchi della realtà a lui contemporanea e a volte visioni profetiche della nostra. In “E Jones creò il mondo” ho trovato anche un esempio della tipologia di personaggio che preferisco, ovvero una figura dotata di abilità ultra umane che però lo condannano a un destino negativo a cui lui è ancorato e da cui non c'è via di fuga; la stessa tipologia di Paul Atreides in Messia di Dune, altro classico a me caro, e di altre figure che riecheggiano direttamente gli eroi tragici greci condannati e imprigionati dalla propria hybris.

Spostandosi nel panorama italiano, Dino Buzzati e il suo realismo magico sono per me sia fonte di continua meraviglia e folgorazione (“Qualcosa è successo” in vetta a ogni esempio) sia altra dimostrazione che la presenza di un genere di questo tipo, “strano” nella sua connotazione favolistica e surreale al contempo, è forte anche nella nostra letteratura. Di essa mi è impossibile non citare anche altri due autori che considero fondamentali per la mia formazione di lettrice e scrittrice assieme, ovvero Italo Calvino e Stefano Benni.

Sono in generale una lettrice onnivora, più ricettiva quando ahimè avevo più tempo e soldi per buttarmi in nuove avventure: per questo penso che non riuscirei mai a dare una risposta completa riguardo i miei scrittori preferiti; tempo cinque minuti e me ne salteranno in mente altri tre!


MT: Perché scrivi?

BG: La risposta potrebbe coincidere con quella di un'altra domanda, ovvero “Perché respiri?”. Molto semplicemente (almeno per me), lo scrivere è un'azione automatica e naturale che svolgo sin da piccola, quando disegnavo le B con tre pance e quando più tardi pinzavo più quaderni tra loro per riunire gli scritti della prima storiella fantasy che avevo sviluppato (un'accozzaglia di luoghi comuni mal presentati, com'è capitato a molti scrittori dodicenni). Col tempo ho perso quella spinta naturale a prendere la penna e buttare giù qualche parola dietro a un'idea folgorante, ma l'ispirazione arriva ancora e in quel momento non posso fare altro: una frase dopo l'altra e mi ritrovo a stendere una storia di più pagine che si delinea da sola, quasi fosse esistita a prescindere e io mi fossi trasformata nel mezzo per farla arrivare alla nostra realtà. 


MT: Musica, Film, Fumetti, Serie fondamentali?

BG: Il dover selezionare una risposta a tutto ciò è fonte di grande ansia, per cui vi ringrazio. Come si può scegliere tra un gruppo infinito di opere che hanno influenzato (e continuano a farlo) la propria psiche, oltre che creatività?

Vado per ordine: con la musica non ho un vero e proprio genere preferito; tendenzialmente apprezzo molto determinati gruppi rock come i Deep Purple, i Jethro Tull (complice il mio suonare il flauto traverso, ahimè ben peggio di Ian Anderson), i più contemporanei Muse. Non uso la musica come sottofondo alla scrittura perché finirei per distrarmi, ma spesso determinati accordi mi ispirano nella mente immagini e storie particolari: ultimamente trovo molto evocative le canzoni del gruppo folk-rock mongolo The Hu, che consiglio sempre.

Per i film stesso discorso: non ho un genere preferito e non disdegno opere generalmente considerate trash. Se dovessi scegliere qualcosa da guardare in una sera di noia, potrei passare al considerare “Alien” così come uno degli “Scary Movie”, o “The Blues Brothers” o “Mars Attacks!”, o il più recente “Nope”. Se devo proprio pensare a un film fondamentale, rispondo “Allegro non troppo” di Bruno Bozzetto: evidente parodia dei Fantasia della Disney, si tratta di un calderone di creatività preziosa e tutta italiana, purtroppo poco conosciuto dal pubblico.

Passando ai fumetti, oltre al classico poetico “The Sandman” di cui ho esplorato qualche albo, non posso non citare “Rat Man” che purtroppo ha influenzato molto il mio senso dell’umorismo ma, al contempo, è stato in grado di dimostrarmi ancora che è possibile toccare l'animo dei lettori anche attraverso vie non tradizionali.

Concludiamo con le serie tv: negli ultimi anni mi ha colpita molto la produzione di Mike Flanagan, che è riuscito a trasporre storie (spesso tratte da narrazioni letterarie) in modo inquietante e spaventoso ma allo stesso tempo anche intimistico, mostrando la potenza dei rapporti umani e della tragedia quotidiana.

Non posso dimenticare di citare Legion, serie tv prodotta dalla FX e ispirata dal personaggio omonimo degli X-Men: qui ritrovo, in un contesto altamente onirico e straniante, quella tipologia di personaggi da me apprezzati per la loro potenza sovrumana che li condanna alla tragedia e all’autodistruzione. 

Autorialità, forse è questa la caratteristica che accomuna tutte le opere e gli artisti citati: la capacità di dare la propria impronta (sia essa onirica, satirica, orrorifica e tanti altri aggettivi dalla stessa conclusione) a opere che sfruttano il proprio medium per creare un'esplosione di sensazioni ed emozioni.


MT: Passiamo alle due raccolte che hai pubblicato, “Racconti onirici” e “Visioni lucide”: hanno avuto la stessa genesi? Da cosa sono caratterizzate?

BG: Come si può intuire, “Racconti onirici” e il nuovo “Visioni lucide” sono molto vicine perché entrambe raccolte di racconti, ma sono arrivate alla luce in modo differente. Se per “Racconti onirici” sono stata io a sottoporre la raccolta alla casa editrice Ivvi Editore, che ha poi deciso di procedere con la pubblicazione, nel caso di “Visioni lucide” ho inviato l’opera a Edizioni Montag in occasione della IV edizione del Concorso letterario indetto dalla casa editrice stessa. Non avevo aspettative: le raccolte di racconti sono una forma peculiare che spesso non viene premiata in concorsi di ampio respiro, a meno che non si tratti di racconti eccezionali; e non avevo certo speranza che i miei lo fossero! Ma sono stati considerati abbastanza meritevoli da attirare l’attenzione della redazione, che ha deciso quindi di propormi una pubblicazione a sé nella collana “Altri mondi”. 

Entrambe le raccolte fanno parte della famiglia variegata di opere legate all’orrore e al sovrannaturale; in una parola, “weird”. Ma se “Racconti onirici” è composta da storie più in linea con la definizione classica, accomunate dal senso d’inquietudine che trasmettono al lettore, nel caso di “Visioni lucide” il filo conduttore sta nel concetto di visione lucida della realtà, una rivelazione improvvisa dell’essenza che si può intravedere come unione di ciò che ci circonda. Questo concetto si può cogliere in forme differenti all’interno dei tredici racconti che, allo stesso modo, si presentano in vesti varie: horror canonico, mistery, distopico, in narrazioni serrate o al contrario più lunghe e articolate. Ce n’è per tutti i gusti, si può dire.


MT: Hai altri progetti in corso di sviluppo?

BG: Nella mente sono sempre tanti, confusi ed embrionali; di certo mi piacerebbe sperimentare verso un genere che mi ha sempre attratto, ovvero la fantascienza. Oltre a questo, al momento mi dà molta soddisfazione che vari miei racconti siano stati selezionati per alcune antologie di differente natura (una, per esempio, con l’impegno sociale di devolvere i ricavati a un’associazione contro la violenza di genere, ovverosia lo speciale “RdP: Coven Riunito”); e di certo fa piacere aver trovato un gruppo come Lovecraft Italia, che mi sta incentivando molto a scrivere e sperimentare verso nuove narrazioni.


MT: Dicci qualcosa sulle tue opere che nessuno sa!

BG: Domanda ardua: non faccio segreto di una delle mie principali fonti d'ispirazione, ovvero i sogni strani che mi rubano il sonno; e in generale i racconti vengono presentati al lettore in modo cristallino, senza segreti né fronzoli. Forse l'unico elemento che potrebbe essere considerato strano, e che quindi nessuno immaginerebbe, è che una volta posata la penna (metaforica: ormai si fa tutto su pc) non modifico minimamente la prima stesura del testo se non per gli inevitabili errorini grammaticali e di sintassi sfuggiti in precedenza. Non è mia abitudine apportare modifiche importanti come spostare sezioni della narrazione, cambiare punti di vista o eventi all'interno della trama: come dicevo prima, la storia si svolge davanti a me mentre la immetto nel testo, quasi fosse esistita già da prima. Sono ormai convinta quasi del tutto del fatto che le vicende che racconto siano di fatto vicende reali, svolte in qualche altro piano astrale parallelo, che usano me come tramite per essere narrate anche a noi.

Prima o poi dovrò trovare il modo di comunicare con chi me le trasmette: il minimo è offrir loro un buon pranzo!

Qua potete leggere la nostra recensione dei libri dell'autrice.


I Libri

Racconti onirici 

Visioni lucide


I Racconti 

Mercuria - Per Tempus Ad Fatum 

L'Amaro in Bocca  

Disagio. Vivere e morire dopo il 2020

Progetto K.

Anime Gelide 


Lo Speciale 

RdP: Coven Riunito 



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