Emiliano Federico Caruso - Intervista all'autore

Cesare Buttaboni del Gruppo Telegram Lovecraft Italia intervista lo scrittore Emiliano Federico Caruso, autore di numerose pubblicazioni di genere weird, tra cui il recente "Il Guardiano dell'Abisso", edito da Dagon Press e già recensito su questo blog.

CB: "Il Guardiano dell'Abisso" presenta una cornice narrativa straordinaria in cui H.P. Lovecraft, dopo la morte, continua a scrivere per contenere forze oscure. Come è nata l'idea di trasformare Lovecraft stesso in un personaggio centrale della tua opera?

EFC: Adoro utilizzare la tecnica della metanarrativa. Incrociare il contenuto di un mio racconto e le vicende dei personaggi con quello che avviene nella realtà del lettore. È una tecnica che ho utilizzato spesso anche in passato. Non è facile da gestire, ma mi permette di essere originale nelle mie storie, cosa a cui tengo molto. Detto ciò, mi è sembrata interessante l’idea narrativa di un Lovecraft storico talmente immerso nella sua arte da aver creato realmente le sue creature e le sue mitologie e, quindi, che dopo la morte si è auto imposto di difendere il mondo dei vivi dalle minacce provenienti dalle sue stesse opere. Tra l’altro, il Solitario di Providence è protagonista di un altro mio racconto, “Quel che succede sottoterra”, in uscita a breve sempre per Dagon Press.

CB: Uno dei racconti più potenti del libro è "Scritto sulla carne", che evoca atmosfere simili a quelle de "Il caso di Charles Dexter Ward". Quali sfide hai affrontato nel creare un racconto che fosse un omaggio al maestro dell'orrore cosmico, ma che al contempo mantenesse una tua impronta originale?

EFC: Ti ringrazio per il paragone. A dire il vero non ho pensato a tale opera, quando ho creato “Scritto sulla carne”. Ma, essendo Dexter Ward il lavoro di Lovecraft che preferisco, a quanto pare quelle atmosfere erano rimaste sepolte nel mio inconscio, per poi riemergere mentre scrivevo. 

CB: La tua opera si ispira apertamente a grandi maestri del weird fiction come Lovecraft e Hodgson. Come sei riuscito a integrare queste influenze nella tua narrativa mantenendo però una voce unica e riconoscibile?

EFC: Credo di aver letto tante di quelle volte I lavori dei due maestri che, e qui torniamo alla risposta di prima, le loro atmosfere sono ormai sedimentate dentro di me. Ma, a dire il vero, una tecnica la ho: nei giorni in cui sono impegnato in un racconto stile Lovecraft mi rileggo le opere del Solitario di Providence, rinnovando le sensazioni. Poi mi piazzo alla tastiera e seguo semplicemente l’istinto. Per quanto riguarda l’identità unica del mio lavoro, credo che sia per me una cosa spontanea, e non saprei analizzarla. In genere parto da un dettaglio che può venirmi in mente in qualsiasi momento, anche seduto al bar, del tipo “Sirena mummificata crocifissa dentro a un antico pozzo” (Ho decine di taccuini pieni di trovate simili). Da lì mi metto nei panni del lettore e inizio a farmi delle domande. Chi ha messo lì quella sirena? Perché? Da quanto tempo si trova lì? Chi ha costruito quel pozzo? Potrebbe tornare in vita? E così via. In gran parte la mia scrittura è un insieme di domande e risposte. 

CB: Il tema della scrittura come potere in grado di contenere o scatenare il Caos è centrale nel tuo libro. Cosa ti ha spinto a esplorare questo concetto, e in che modo pensi che rifletta il ruolo della scrittura nella tua stessa vita?

EFC: Bella domanda, e ti ringrazio per avermela fatta. Ti rispondo con un aneddoto. Scrissi la bozza del mio primo racconto, “Scritto sulla lapide” (poi finalista al premio “Una piazza di libri) all’età di otto anni, dopo aver visto “la storia infinita” al cinema. Quel film influenzò molto la scelta del mio futuro, e mi convinse del forte potere della scrittura. Un concetto che ho cercato di replicare ne “Il guardiano dell’abisso” e in altri miei lavori. Non dimentichiamo che, prima di essere uno scrittore, sono un lettore molto vorace, e sono convinto che la lettura e la scrittura siano un rifugio dal caos moderno. Io stesso, se sto più di due giorni senza scrivere, inizio a sentirmi a disagio.

CB: Hai scelto di ambientare le tue storie in luoghi che spaziano da Providence alla Scozia fino all'India. C'è un motivo particolare per cui hai selezionato queste ambientazioni? In che modo questi luoghi contribuiscono all’atmosfera generale dell'opera?

EFC: Gran parte dei miei racconti sono ambientati in Scozia, perché è un paese in cui mi sono recato più volte come inviato per una rivista di reportage, e ne sono rimasto molto affascinato. Per variare cambio talvolta ambientazione, tra cui India e Rhode Island, ma in generale preferisco la Scozia per le sue atmosfere e anche perché, se possibile, cerco di scrivere di luoghi che ho visitato di persona (retaggio della mia formazione da giornalista). Credo che l’atmosfera del racconto ne tragga beneficio e la differenza, rispetto a racconti di paesi che non conosco, la avverta anche il lettore.


CB: Quali sono i tuoi scrittori preferiti, sia in ambito weird che nella letteratura ufficiale?

EFC: Rimanendo nell’ambito weird al primo posto, ovviamente, c’è Lovecraft. Poi William H. Hodgson e Montague Rhodes James, del quale ammiro molto la capacità di creare riferimenti pseudo storici nei suoi lavori. Allargando il campo troviamo Isaac Asimov e Ray Bradbury (i miei due autori di fantascienza preferiti), Philip K. Dick, Arthur Clarke, Hemingway, Bukowski, Jack London, Garcìa Marquez, Orwell, Stephen King, Pasolini, Tiziano Terzani, Enzo Biagi, Tolkien, Jack Kerouac. Ultimamente ho scoperto anche la letteratura russa, da Fëdor Dostoevskij a Michail Bulgakov. Autori che, chi più chi meno, hanno influenzato una sorta di frullato letterario nel mio lavoro.  

CB: Perché scrivi?

Sarebbe come chiedermi perché respiro. Per me è una necessità fisica, oltre che un lavoro. Ma in genere scrivo le storie che mi piacerebbe leggere. Mi viene in mente un’idea, ad esempio la mummia di sirena che dicevo prima, e mi chiedo “visto che nessuno ci ha già pensato, perché non farlo io?”.

CB: Musica, Film, Fumetti, Serie fondamentali?

EFC: Musica molta: Pink Floyd, Queen, R.E.M., Metallica, Paul Simon, Bruce Springsteen, Michael Jackson, Peter Gabriel, Phil Collins, Genesis, Bob Marley, Iron Maiden. Per quanto riguarda i film, vedo molta roba, dei generi più diversi, ma in cima rimangono Blade Runner, il mio film preferito in assoluto e al quale dedicai il mio racconto che ha circolato di più: “Dottore, per favore, potrebbe uccidermi?” (che un critico troppo generoso paragonò ai lavori di Asimov). Poi abbiamo Ghostbusters, Gli intoccabili, Highlander e La leggenda del pianista sull’oceano. Diciamo che questi sono i film che salverei al volo da un incendio. Di fumetti leggo poco, più che altro Zerocalcare, Preacher, Conan e, mio preferito in assoluto, Hellblazer.

Con le serie Tv provo un amore infinito per Twin Peaks e True detective, soprattutto la prima stagione. Poi ci metto anche Sherlock, Black Sails e Amazing Stories. Da qualche mese, e con colpevole ritardo, ho scoperto Star Trek, per il quale sono entrato subito in fissa, al punto da acquistare decine di cofanetti e Blu-ray nel giro di poco tempo. 

CB: Dicci qualcosa sul tuo libro/racconti che nessuno sa!

EFC: Te ne dico un paio proprio sul “Guardiano”. L’ispirazione iniziale, soprattutto per le atmosfere, mi venne osservando le opere del mio pittore preferito: Zdzisław Beksiński (per la cronaca, subito dopo di lui ci sono Caravaggio e Rembrandt). Inoltre, il romanzo nacque inizialmente come racconto. Quando lo spedii a Dagon Press, piacque talmente tanto che il mitico Pietro Guarriello mi chiese di allungarlo in romanzo.

Qua potete leggere la nostra recensione de Il Guardiano dell'Abisso.


I Libri e i Racconti (con Dagon Press)

Il Guardiano dell'Abisso 

Weird N.1


I Libri (con altri editori)

Leprechaun

Pensieri di un reporter

Belladimorte

Il silenzio dell’oceano

Commenti

Posta un commento

Post più popolari