Recensione - Settimo Figlio di un Settimo Figlio

Settimo figlio di un settimo figlio di Marco Barbarisi 

Recensione di Mondo Thule 


Libro indipendente, riferimenti alla mitologia veterotestamentaria, sequenze oniriche: insomma, tutto ciò che in un'opera prima si sconsiglierebbe di affrontare. Contro ogni pronostico, gli ingredienti sono ben amalgamati e siamo stati davvero felici che la ricetta abbia funzionato.

“Settimo figlio di un settimo figlio” è una storia che coinvolge due generazioni di una stessa famiglia, una coppia sposata prima e il loro figlio dopo. Nella parte iniziale facciamo la conoscenza delle speranze e paure che avvolgono le vite di marito e moglie, il desiderio di avere un settimo figlio di un settimo figlio ma anche il timore per le profezie che esso si porta dietro.

Nella seconda metà invece incontriamo Edward, il figlio in questione, ossessionato da visioni, tentazioni, rimorsi e la dolorosa consapevolezza di essere forse una pedina in un gioco molto, troppo, più grande di lui.

In questa storia sono diversi gli elementi che ci hanno colpito favorevolmente, tanto di ordine formale che di contenuto.

Innanzi tutto le scene visionarie cui avevamo accennato,  sono ben calibrate e il lettore non corre il rischio di perdersi in immagini o concetti che sono chiari solo nella testa dell'autore, come purtroppo spesso accade. 

In secondo luogo la maturità filosofica e stilistica con cui si affrontano interrogativi etici antichi quanto l'uomo: esiste un senso per tutte le avversità che dobbiamo affrontare o siamo vascelli sballottati dalle correnti di un caso cieco? Non stiamo leggendo uno “young adult” e quindi, senza svelare ciò che sarà il lettore a scoprire, non troveremo ad attenderci risposte confortevoli e un ottimismo dozzinale.

Lo stesso dicasi per la narrazione, lenta e densa: richiede attenzione e impegno da parte del lettore, non offre svago o intrattenimento.

I riferimenti letterari che ho rinvenuto, probabilmente avulsi dal trascorso dell'autore, puntano a tutta quella corrente di scrittori che attraversarono romanticismo, simbolismo, decadentismo: tutti coloro che utilizzarono le metafore della lotta fra bene e male non solo per fini estetici ma per affermare una serie di principi.

Prepariamoci dunque ad assistere al confronto fra un giovane sperduto e un angelo caduto, sullo sfondo di una terra indifferente al bene e al male. Forse sarai proprio tu che leggerai questo libro, a fare la differenza fuori dalle pagine di questa parabola morale ma mai retorica, disperata ma mai nichilista.



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