Aeonica: Il Vampiro
AEONICA
I RACCONTI DEL BLOG 1
IL VAMPIRO
di Marco Zanelli
Con fatica la figura si mosse tra la polvere sospesa che la luce lunare rendeva simile a fumo. Dopo un sonno di molti secoli, il vampiro tornava alla sua esistenza strisciante come un insetto deforme che uscisse lentamente dai resti raggrinziti della crisalide.
La vista della creatura della notte si adattò rapidamente alla penombra circostante. Da quando molti anni addietro, “Quanti?” si domandò senza sapere la risposta, si era rifugiato in quella chiesa sconsacrata per sfuggire all'ira di una torma di contadini, molto era cambiato.
L'intero edificio era stato segnato profondamente dalle stigmate dell'abbandono e parte delle pareti era crollata, permettendo alla luce di penetrare all'interno. Strani cordoni scuri, simili a serpenti morti, attraversavano in grande numero il pavimento e convergevano alla base di grosse casse metalliche, poste nel luogo in cui un tempo sorgeva l'altare.
Tutto questo parve molto strano al vampiro, in cui, tuttavia, la rinnovata sete di sangue umano aveva acceso un'impellente desiderio di cercare una vittima il cui fluido vitale potesse perpetuare la sua vita degenerata di creatura delle tenebre.
Con mosse da rettile velenoso, si portò all'uscita e si insinuò nel ventre oscuro della notte gelida. Il panorama stranamente brullo, contrassegnato quà e là da cespugli contorti e sofferenti, era molto diverso dalla campagna ondulata e ricca di vegetazione che il vampiro ricordava di aver lasciato.
Ecco sul sentiero stranamente levigato profilarsi la sagoma inconfondibile di un essere umano. Subito il mostro si accucciò nell'ombra esponendo i canini oltre le labbra contratte. Quando fu l'attimo di slanciarsi esitò soltanto un momento, insospettito dalla camminata insolita della vittima.
Ciononostante, la fame fu più forte di ogni prudenza e attaccò. Solo quando cozzò dolorosamente contro il torace durissimo dell'uomo, nell'inutile tentativo di mordere un collo che sembrava forgiato nell'acciaio, il non morto si rese conto di trovarsi di fronte ad una creatura sovrumana. La paura si insinuò nel freddo cuore del vampiro, mentre quella figura che aveva scambiato per un umano, rilucente come un' armatura sotto i raggi della luna, sollevava nella mano a tenaglia un tubo metallico che emanava la fredda sensazione di un arma. Istintivamente il vampiro sollevò le braccia, come per proteggersi da un crocefisso.
Un raggio di luce rossa lo avvolse, bruciando il suo corpo e gettando la sua nera anima nell’Inferno da cui era scaturita.
Dopo aver esaminato per qualche secondo con i propri sensori i resti polverizzati dell'aggressore, il robot da battaglia G23 continuò la perlustrazione della zona, segnalando la distruzione di un "nemico non identificato" alla base di controllo.
© Marco Zanelli
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Per altre vie mi condusse, ad altre risposte giunsi
Miticoooo
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