Filippo Zanelli - Intervista all'artista
Mondo Thule del Gruppo Telegram Lovecraft Italia intervista l'artista Filippo Zanelli, autore di disegni visionari e collaboratore della Colomò Editore, in veste di illustratore, del libro Cthulhu Dreams By Smartphone e dell'antologia Strani Aeoni 002. Negli anni a venire vedremo sue nuove opere sulle copertine e nelle pagine dei volumi legati al nostro Salotto Letterario.
MT: Ciao Filippo, tu sei artista con uno stile assolutamente personale e io ho ravvisato come tuoi marchi di fabbrica il cromatismo e la dinamicità. Cosa ne pensi?
FZ: Sin da quando ho iniziato la mia carriera da illustratore, un ambito che mi aveva da subito stimolato notevolmente era la plasticità, che un medium come l’illustrazione aveva alla sua base. Costruire prospettive inusuali e creature altrettanto inusuali che le abitano mi ha inoltre dato ampio spazio di manovra in quanto a sperimentazione cromatica…. in entrambi i casi la sperimentazione è ciò che più mi intriga del processo creativo.
MT: Perché disegni? Cosa ti ha spinto a farlo e cosa vuoi esprimere?
FZ: Disegnare è un metodo di lavoro ma non solo: è una macchina palindroma che permette di infondere in pressoché infinite strade la creatività. Ciò che mi ha spinto a considerare in maniera professionale la carriera illustrativa è stato sicuramente la fame di creazione e di sviluppo di mondi e scorci di realtà inusuali, che spesso popolavano la mia immaginazione.
MT: Quali sono i tuoi artisti preferiti, sia nell'ambito popolare che in quello ufficiale?
FZ: Se vogliamo partire dai grandi classici dell’illustrazione, sicuramente Geiger e Frazetta sono tra i primi che posso citare come fonte d'ispirazione; tuttavia, molto dal mondo dei videogame, soprattutto nell’ultimo periodo, ha catturato il mio interesse: Jen Zee, Plastiboo e Kudaman sono tra i miei preferiti.
MT: Per realizzare la tua arte, prediligi la singola tavola, le illustrazioni in serie, il fumetto, i manifesti o altro ancora?
FZ: La pratica che più occupa i miei pomeriggi sono sicuramente le illustrazioni in singola immagine: è un esercizio assai interessante e utile costruire un racconto o un interazione solo grazie a un unica immagine che deve essere progettata accuratamente per incapsulare le emozioni corrette. Tuttavia, mi do spesso anche da fare con medium quali la concept art, il fumetto e più di recente anche la grafica 3D.
MT: Musica, Libri, Film, Fumetti, Serie TV. Cosa consigli?
FZ: Se dovessi racchiudere il processo creativo che ho intrapreso forse consiglierei Dead Leaves di studio Trigger e Spiderwick che ad ora è una delle mie serie di libri illustrati preferite. Ci aggiungo anche un videogame, per completezza e perché sono forse la mia ispirazione più grande: BioShock. Esso è una serie che consiglio vivamente, soprattutto agli amanti della scena weird.
MT: Che tipo di tecnica utilizzi per realizzare le tue opere?
FZ: Nonostante succeda spesso che altaleni tra numerosi metodi di lavoro, è sicuramente corretto attribuirmi una prevalenza di utilizzo del metodo digitale. Una buona maggioranza dei lavori che porto a termine sono sviluppati tramite Tavoletta grafica e Photoshop.
MT: Non possiamo esimerci da una questione recente ma già annosa. Intelligenza Artificiale in ambito artistico: si o no?
FZ: Sono stato spesso combattuto riguardo l’utilizzo da parte di pubblicazioni di vario tipo di materiale “artistico” prodotto dalle AI. La mia risposta rimane chiara: al di fuori delle situazioni ove non vi sono alternative, l’AI è solo una scappatoia che non consente in maniera adeguata la proliferazione del clima artistico-creativo. Secondo me è inadatta a cio che io definirei propensione artistica.
MT: Prima di lasciarci, dicci qualcosa sulle tue opere che nessuno sa!
FZ: A ogni artista i suoi segreti! Ma posso svelarvi che molto spesso, per la santa pigrizia succede che non faccia alcuno schizzo per costruire le illustrazioni e passi direttamente a inchiostrare da zero. Nell’80% dei casi riesco a non fare un pasticcio completo perlomeno.
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