Recensione - Lagunalabirinto
Recensione di Paolo Sista
01 All'ingresso del labirinto
Gatti, Venezia e Corto Maltese. Mi porta alla mente la canzone “Cats, sex and nazis” dei Nomeansno – seminale gruppo canadese in grado di fondere la rabbia e la disperazione del punk hardcore con la propensione alla sperimentazione e il gusto dell'assurdo di Frank Zappa, per chi non li conoscesse (nel caso, colmare tale lacuna il prima possibile, fidatevi).
Date le premesse, c'era tutto perché questo libro mi piacesse e, spoiler alert, mi è piaciuto assai.
Mi ero imbattuto in detto volume per caso, grazie a un post su Instagram di un altro scrittore col quale ci seguiamo senza conoscerci: Mattia Bernardini (magari ci saremo pure incrociati inconsapevolmente a qualche fiera del weird, chissà).
Sia come sia, un libro intitolato Lagunalabirinto, ambientato a Venezia e con gli eroi creati da Hugo Pratt quali protagonisti o comparse, non poteva che attirare la mia attenzione; aggiungiamoci il jolly dei gatti e le numerose illustrazioni – quelle di Pratt, riprodotte su autorizzazione; quelle autografe dello scrittore, disegnate appositamente – e il titolo si è ordinato da solo.
02 Passeggiando nel labirinto
Il primo racconto, con le illustrazioni tratte da diverse opere di Hugo Pratt, è la cronaca dell'investigazione condotta da un professore sulle tracce dei tre luoghi magici che Corto Maltese elenca alla fine del magistrale Favola di Venezia; tracce, ca va sans dire, sulle quali io stesso mi misi al seguito negli anni antecedenti al mio esilio dalla Serenissima. La storia si dipana in una doppia indagine, tanto topografica quanto esoterica, nei mille rivoli di rii e canali, alchimia e cabala, calli e biblioteche. Il tema del doppio è il fil rouge di questa ricerca metafisica, dove si fanno sempre i labili i confini tra autore e personaggio, creatore e creato, realtà e idea.
Tuttavia, Nicolaucich non si limita a librare canti d'amore: uno per la città impossibile, edificata su di una laguna; l'altro per i personaggi di Pratt, esemplari più unici che rari di quell’agoganto punto d'incontro tra avventura pura e riflessione filosofica – viene alla mente “l'avventura come forma di metafisica” di borghesiana memoria.
L'aspetto che ho maggiormente apprezzato, in questa storia e nella successiva, è il taglio adulto, maturo, che caratterizza la voce narrante – o sarebbe più corretto scrivere: le voci?.
I dialoghi interiori sono infatti caratterizzati da un fatalismo degno della grande tradizione del noir, per quanto malinconico invece che rassegnato: come se la meta della ricerca fosse stata destinata sin dall'inizio a non essere conclusiva; eppure l'impresa s’aveva da fare, perché il processo stesso era parte fondamentale dell'apprendimento.
03 Navigando sulla laguna
Se la prima storia è inseparabile dalla camminata, dal posare un passo dopo l'altro sui masegni che compongono la pavimentazione dei sestieri veneziani, la seconda cronaca è galleggiante, fluttuante, acquatica.
L'azione ha luogo su di un battello che dovrebbe navigare dalla laguna fino a Mantova. Il “dovrebbe” è chiaramente d'obbligo e come potrebbe non esserlo, se al timone c'è niente meno che l’arcinemico di Corto Maltese, il brigante Rasputin e giù in coperta uno psichiatra arrogante tenta di smascherare, davanti al pubblico pagante, una compagine di prestigiatori male assortita.
Da questa premessa si sviluppa un giallo onirico, dove gatti, antichi culti e continenti perduti allestiranno un teatro misterico dal finale imprevedibile; e sarà proprio la Sorpresa, a farsi vera protagonista, scompigliando le tavolette di un destino che pareva oramai immutabile e stoicamente accettato. Così il ciclo del tempo, della vita, compie un altro giro ma il nostro sguardo, oltre alla saggezza un po' triste di chi ha già visto tutto ripetersi e ripetersi, ha nuovamente in sé il fuoco dell'avventura, della scoperta, dell'inquietudine che ci scuote dalla disillusione.
04 All'uscita del labirinto
Girata l'ultima pagina, letti anche i ringraziamenti dell'autore, si ripone il libro a scaffale. La visita a Venezia e il suo Doppio è terminata, siamo usciti dal labirinto e tutto è andato bene, più o meno: perché da Venezia e dal labirinto non si esce mai, entrambi trasfigurano imprevedibilmente nelle strade di città, nei corridoi di casa propria, e la magia alle volte può uscire dai libri e permeare le nostre vite.
IL LIBRO
Dello stesso autore
Saper leggere il libro del mondo. Vol. 13
Opere citate
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