Recensione - La sperduta

LA SPERDUTA 
di Flavio Deri

Recensione di Paolo Possanzini


La sperduta, di Flavio Deri, è un racconto lungo ambientato nell’Abbazia di San Giusto al Pinone. Fin dal prologo, il nostro autore rivela un’ottima penna nel genere horror, con la costruzione di un’atmosfera opprimente e, apparentemente, senza via di scampo per chi si ritrova a fronteggiare le mostruosità nascoste tra le mura della chiesa.

Giulia Bonanni, la nostra protagonista che ha la doppia funzione di narratrice e protagonista della sua storia, viene chiamata all’abbazia in qualità di esperta in Beni culturali e che appena arrivata avverte che il luogo non è una chiesa come le altre, ma è un edificio nelle cui profondità si annida qualcosa di estremamente terrificante. La chiesa è descritta in maniera molto dettagliata da Deri, il quale dà il giusto spazio ai vari dettagli, così da giungere allo svelamento del progetto oscuro per cui essa fu realizzata.

L’atmosfera di incombente e insinuante mistero abbraccia al contempo la protagonista e il lettore sin dall'arrivo all'abbazia e cresce nel momento in cui viene aperta la porta della cripta, il luogo dove per lungo tempo fu celata un’empia entità che Giulia, inconsapevolmente, ha risvegliato. La tensione che si impadronosce della protagonista e che da quel momento l’accompagna viene riprodotta ottimamente da Deri, grazie alla descrizione dei pensieri intrusivi che arrivano a infettare i sogni di Giulia Bonanni, che ormai ha stabilito un collegamento troppo forte con la vera funzione dell’abbazia: un ponte tra i mondi

La leggenda che avvolge l’edificazione dell’abbazia e che la vedono come punto di contatto tra diverse realtà diventano sempre più centrali, così cone le emozioni di angoscia mista a terrore della nostra esperta di Beni culturali, sempre più prigioniera del cuore nero dell'edificio. Lo stile di Deri restituisce sapientemente gli effetti di panico di chi si ritrova in un ambiente claustrofobico, come i sotterranei dell’abbazia, e sente urla e grida disumane riecheggiare in un luogo pieno di segreti e avvolto da leggende. Il nostro autore coinvolge vista, udito e olfatto per accompagnarci in questa discesa nell’ignoto che attende da tempo immemorabile sotto San Giusto al Pinone. Un'esperienza che avrà trasformato Giulia Bonanni per sempre e, probabilmente, anche il lettore
Un racconto lungo che, senza alcun dubbio, strega per la sua capacità di avvincere la curiosità del lettore w nel creare atmosfere orrorifiche su suolo italiano.

Edito da DelosDigital, nella collana Folcloreoscuro diretta da Massimo Junior D'Auria.

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