Recensione - Acque Oscure

ACQUE OSCURE
di Debora Parisi

Recensione di Paolo Sista

«Delle fiabe?» indicai il piccolo tomo. «Esatto», William arricciò i baffi rossicci, fiero, «te l’ho detto, si inizia sempre da lì: fiabe, favole e leggende racchiudono il sapere popolare e lo sviluppo di intere civiltà. Sono semplici e complesse allo stesso tempo.»

Avevo già letto un racconto lungo di Debora, cosa che mi aveva convinto a chiederle di collaborare con noi (Spoiler: sta partecipando a ben quattro nostri progetti, uno dei quali è un racconto a quattro mani col sottoscritto).
Mi aspettavo, quindi, grandi cose dal suo romanzo Acque Oscure, ma devo ammettere che ha superato le mie aspettative, riuscendo addirittura a stupirmi – cosa non facile, data la quantità di letture accumulate negli anni –.
Acque Oscure è un romanzo scritto su molteplici livelli: la narrazione vera propria, un bel Fantasy contemporaneo; una attualizzazione del folklore veneto e scozzese, nel pieno rispetto dei miti originari; una riflessione sul male commesso dagli uomini e sulle conseguenze che esso riversa nella vita delle persone; una presa di coscienza sul tema della diversità, sui conflitti tanto interiori quanto sociali che essa genera.
La protagonista della vicenda è Anna, giovane donna sopravvissuta alla tragedia del Vajont, che l'ebbe lasciata orfana. Aiutata da un amico di famiglia di nome William, la ragazza riuscì a rifarsi una vita in Scozia, ove lavora nella locanda da lui gestita. Le cose, se non bene, etano andate almeno accettabilmente, fino alla sera in cui fece il suo ingresso Erik, un giovane tenebroso ma affascinante, nativo delle isole Ebridi. Tra i due nasce una curiosità reciproca che porterà... a una serie di avventure fatate, battaglie sanguinolente, rovesciamenti di prospettiva e una storia d'amore che non lesina episodi piccanti.
Verremo, dunque, a conoscenza di ordini cavallereschi che, sin dall'antichità,  combattono contro le creature magiche: spesso, senza fare distinzione fra quelle con cui è possibile convivere e quelle letali; anzi, cadendo a loro volta preda del fanatismo più cieco. 
In mezzo al conflitto fra queste forze più grandi di loro, i nostri protagonisti dovranno lottare non solo per sopravvivere, ma per scoprire il loro posto nel mondo: mondo che, oltre ad averli privati degli affetti più cari, non li ha mai accettati.
Diversi i punti di forza di questo libro.
Il ritmo ben calibrato e mai frenetico, scandito dall'alternarsi di momenti presenti e memorie passate.
Il taglio adulto delle relazioni personali, ben lontano dai facili stereotipi che, ahi noi, spesso abbondano nel Fantasy contemporaneo.
Lo studio, particolarmente accurato, del folklore, che riesce a integrarsi perfettamente nella vicenda, così scansando il rischio di "spiegoni" che, altrimenti, avrebbero potuto rallentarne lo svolgimento.
Personalmente, avrei gradito una decina di pagine in più nel finale: benché la vicenda sia pienamente conclusa, il possibile frutto del rapporto tra Anna ed Erik lascia aperti molti interrogativi. O, forse, proprio da lì potrà avviarsi un proseguo delle loro avventure.
In conclusione, Acque Oscure è un libro che consigliamo, specialmente a chi cerca un Fantasy adulto, incentrato su miti non inflazionati e che, senza nulla sacrificare al divertimento e all'avventura, è qualcosa di più che semplice intrattenimento.

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