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AEONICA
I RACCONTI DEL BLOG 3.
SCOOP
di Alice Cervia
Usava una vecchia Olivetti a nastro e una fotocopiatrice scassata per distribuire mensilmente quarantasette copie de "Il Bollettino"’, una per ogni nucleo familiare del centro storico di Borgo al Torrione.
I più fortunati lo trovavano la mattina seguente nella cassetta delle lettere; gli altri, quelli che avevano aperto la porta alla terza scampanellata, lo ricevevano brevi manu, con dettagliato spiegone vocale dell’autrice.
86 anni, capelli viola e vistosi cerchi di plastica alle orecchie, Ermelina aveva iniziato a redigere "Il Bollettino" quando ancora faceva parte della ProLoco, per annunciare iniziative e raccolte fondi paesane.
Col passare del tempo, però, il resoconto di sagre e tombole aveva cominciato ad andarle stretto. I suoi interessi spaziavano, infatti, dalla telecinesi alla grafologia, passando per la lettura delle foglie di tè e gli avvistamenti alieni.
Di comune accordo, la sua strada e quella della ProLoco si erano divise e, giorno dopo giorno, "Il Bollettino" era diventato più o meno ufficialmente il resoconto di presunti eventi inspiegabili avvenuti nel comune.
Eventi per i quali Ermelina o qualche sua oscura fonte erano inevitabilmente gli unici testimoni.
Titoli come “Il mistero della mancata fioritura dei glicini a Borgo al Torrione” o “La sparizione delle statue stele di via Vecchia” avevano suscitato un tenue interesse, fino a quando i lettori si erano resi conto che di glicini e statue stele in paese non se n’erano mai visti.
Da un paio d'anni a questa parte, però, il bollettino aveva subito un’ulteriore svolta, che i più benevoli si limitavano a definire “complottista”.
Visto che Ermelina non possedeva né un televisore né un collegamento internet, le fonti dei suoi incessanti J’accuse su scie chimiche e simili restavano oscure e questo strano complottismo analogico si concentrava su una tematica in particolare: i rettiliani.
"Il Bollettino" sposava la tesi secondo la quale i rettiliani avevano ormai preso possesso del pianeta Terra sotto mentite spoglie umane e nessun angolo di mondo ne era immune, tanto meno il borgo natio dell’autrice.
L’ultima roboante uscita titolava infatti: “Il sindaco di Borgo al Torrione è un rettiliano, tutte le prove”.
Si rivelò troppo persino per gli standard di tolleranza o indifferenza locali.
La sera stessa, in consiglio comunale, un esponente di maggioranza presentò un’interpellanza per chiedere le scuse formali da parte dell’autrice. Il cronista di un quotidiano locale intervistò il Sindaco, mentre un’emittente televisiva regionale provava senza successo a contattare l’anziana reporter.
Erano le sette di sera e, ignara del polverone sollevato, Ermelina stava aprendo una scatoletta per Tigre, il suo gatto, quando suonarono alla porta.
L’evento di per sé era insolito. Gli unici a farle visita erano i pronipoti ogni tre domeniche.
Ermelina si maledisse per non avere installato uno spioncino.
Aprì la porta, uno spiraglio appena, stringendo fra le mani un amuleto in rame che proteggeva indistintamente da malocchio, artrite e campi magnetici.
«Chi è?» ma la voce le si strozzò in gola alla vista del Sindaco.
Da questo punto in poi i resoconti divergono.
Il Sindaco riportò alla stampa di essersi recato là per un chiarimento e di aver soccorso Ermelina quando l’anziana era svenuta nell’aprire la porta.
Ermelina, dal suo letto di ospedale, dettava il suo articolo per "Il Bollettino" al pronipote preferito, raccomandandosi che non lo diffondesse prima delle sue dimissioni e del suo trasferimento dalla sorella a Milano, per sicurezza.
"Appena aperto la porta, una luce verde mi ha fatto perdere conoscenza. Si tratta del raggio che i rettiliani usano per cancellare la memoria e solo il rame mi ha protetta da danni irreparabili..."
Dall’altro capo del telefono, il pronipote si grattava pigramente il naso con una mano verde coperta di squame e sorrideva.
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