Recensione - Orrore ad Austerlitz
ORRORE AD AUSTERLITZ
di Flavio Deri
Recensione di Paolo Possanzini
Flavio Deri cala in un’ambientazione storica, quale la battaglia di Napoleone svoltasi ad Austerlitz, un orrore che riemerge dal sangue versato dai soldati sul campo. Il racconto segue le vicende in diversi luoghi: oltre ad Austerlitz, Parigi, Giza e Arcole, nell'arco temporale che va da1700 ai primi anni del 1800.
Il protagonista del racconto è il Sergente-Maggiore della Legione Italica Edmondo Bellotti, il quale all’alba del giorno della grande battaglia ha ben in mente quanto questo evento significhi per la storia europea. Deri restituisce nelle descrizioni la psicologia dei soldati, attanagliati dalla paura dell'imminente scontro fatale.
Edmondo, aiutato da altri quattro soldati, ha il compito di sventare l’attuazione di un antico rituale da parte della Terza Coalizione, atto a distruggere l’Impero. Il protagonista è ben cosciente del proprio ruolo nel decidere le sorti del futuro.
Deri inserisce nella narrazione anche delle parti flashback, a partire dalla lettera scritta dal sergente maggiore alla madre in cui,btra le atrocità del conflitto, spiccava già Bonaparte come generale ad Arcole sul finire del Settecento.
Qui avviene il primo incontro tra Edmondo e gli orrori indicibili tra le file austriache, che marchieranno indelebilemente i suoi sogni: un soldato dall’aspetto inquietante e dagli occhi rossi, con il quale dovrà affrontarsi in uno scontro all’ultimo sangue.
Dopo la battaglia di Arcole, Edmondo verrà informato dai suoi superiori sulla natura delle potenze abominevoli al fianco dell’Austria: i ghoul . A Lione, verrà inoltre incaricato da Joseph Fouché, Ministro della Polizia Generale del Consolato, di prendere parte alla lotta contro le forze blasfeme invocate dal nemico. Le varie descrizioni del fronte e delle strade di Parigi sono riportate con una affascinante e minuziosa descrizione, che vanno a toccare i sensi del lettore.
Nel secondo flashback la scena si sposta a Giza, dove Edmondo è alla guida degli “Ombres de Lione”, un gruppo selezionato di agenti di Fouché; individui addestrati a far fronte alle calamità sovrannaturali – ben caratterizzati nei loro compiti –. In Egitto la compagnia di Bellotti fronteggia gli inglesi al cospetto delle piramidi, per poi inseguire il nemico al loro interno, al fine di sventare i loro piani. Nei recessi dell’antica costruzione si svela agli occhi dei protagonisti l’orrore ancestrale che abita il pianeta ben prima che l'uomo facesse la propria comparsa. Il nemico inglese vortebbe addirittura sfruttarne la forza.
Il capitolo finale si riallaccia al primo, con un ritorno al presente: Austerlitz, anno 1805. Il gruppo dei protagonisti è alle prese con il rituale per impedire la chiamata dei Dhole. Deri costruisce la scena con la massima cura: l’atmosfera carica di tensione, a causa dei due rituali messi in atto per evocare e scacciare i Dhole, si ripercuotono sull’ambiente ed Edmondo, alla guida dei suoi uomini, si trova a scontrarsi con lo stregone britannico per far trionfare l'umanità, anche a costo di sacrifici, sui terrori degli abissi spaziali.
Il racconto ha il pregio di saper coniugare il genere storico e orrorifico – di matrice lovecraftiana per la precisione – ottenendo una narrazione avvincente con rimandi all’immaginario del Sognatore di Providence, ben adattati al contesto storico in cui queste forze minacciano l’umanità,bche si dta preparando a una nuova era dopo l’ancien régime. La gestione dei tempi e degli spazi è sapientemente dilatata e la tensione e il senso di sacrificio che muove i personaggi rendono il racconto avvincente.
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