Recensione - Segnali di luce

SEGNALI DI LUCE
a cura di Laura Coci e Roberto del Piano 

Recensione di Paolo Possanzini


Segnali di Luce è la nuova antologia di carattere fantascientifico pubblicata da Delos nella collana Fantascienza Resistente, curata da Laura Coci e Roberto del Piano
Questo voluem raccoglie i racconti finalisti della seconda edizione del Premio Porco Rosso e presenta sette storie di altrettanti autori e autrici.

In apertura troviamo l’ottima introduzione di Laura Coci, che presenta l’idea che accomuna i racconti qui presenti, ovverosia la Resistenza intesa quale ponte verso un futuro migliore, e li presenta brevemente.

Apre la raccolta Squadraccia meccanica di Giuliano Cannoletta. La storia è ambientata nel 1942, sotto il regime fascista. Nella bottega di Mastro Adelmo Corvetti, che sta ultimando il suo nuovo pupazzo, l’autore inserisce chiari echi a Mastro Geppetto, i cui lavori riescono a riportare quella tanto ricercata spensieratezza e allegria, spazzate via dalla guerra che da alcuni anni sconvolge non solo il paesino ma tutta l’Italia. Cannoletta contrappone in maniera squisita il tono gioviale che caratterizza il vecchio Adelmo a quello più rigido e formale del camerata incaricato del controllo del paesino, il quale impone al vecchio di costruirgli una squadraccia.
L’autore, con la ripetizione di “Si racconta”, costruisce un’atmosfera da fiaba che ci accompagna fino al finale, dove il singolo gesto di Adelmo Corvetti ispira la resistenza collettiva.

Lorenzo Davia, con il suo Ciano e i nasacantoni, ci porta in un futuro imprecisato. L'ambientazione è il “Territorio libero di Trieste”, in cui gli immigrati alieni vengono chiamati con connotati dispregiativi: “nasacantoni”.
Ciano, il protagonista del racconto, non vede di buon occhio questi alieni. Egli prova un forte senso di chiusura mentale nei loro confronti, non ritenendoli allo stesso livello degli umani.
Il punto di vista del protagonista ricorda molto quello che pervade spesso il clima politico attuale nei confronti degli stranieri, accusati di rubare il lavoro e i sussidi.
Il racconto, ricco di dialoghi, gode di una ricchezza linguistica che si riflette proprio nell’uso di espressioni dialettali come “nasacantoni” e termini inventati quali “spritzcoin” e "bitcocal”.
Il tema principe di questa storia è la trasformazione di Ciano, che nel finale gli consentirà di scardinare il suo stesso sistema di pensiero chiuso nei confronti degli alieni.

Flavio Deri, con il suo Pisa 33 giri, ci porta in una città che l’autore descrive con minuzie di particolari, creando un’atmosfera surreale e malinconica. Il protagonista incappa in un vinile sul quale è registrato un suono del passato: esso riporta alla luce una melodia che è il segno di una ribellione capace di sfidare il tempo per consegnare il suo messaggio. Un racconto scarno di dialoghi ma ricco di input sensoriali diversi e un finale dalle tinte weird.

In Legione straniera, Daniela Piegai immagina una società di un imprecisato futuro basata su iniquità e sopraffazione da parte dei Superiori, che detengono nelle loro mani il potere sulla Terra, condannando coloro i quali sono considerati scarti e inutili alla società, come bambini e vecchi, a una vita di di soprusi.
L’autrice sceglie proprio il punto di vista dei bambini per raccontare questa società che i più piccoli, con nomi spesso bizzarri e inventati come Ombra e Rosso due, si uniscono per ribellarsi alla società creata dai Superiori e che li confina in luoghi sotterranei.

La canzone di Gipi, di Giovanna Repetto, ci porta in un contesto in cui a una madre viene strappato il proprio bambino, il piccolo Gipi, per venire sfruttato in una miniera. Asha viene quindi ingiustamente e repentinamente allontanata da suo figlio per motivazioni di migrazione forzata.
Particolare molto incisivo nella narrazione è l’uso che Repetto fa della seconda persona singolare nel racconto per rivolgersi ad Asha, un uso certamente non comune ma che crea sin da subito un forte legame tra autrice e personaggio. L’unico legame che unisce madre e figlio dopo la loro separazione è una canzone che è un retaggio della famiglia di Asha.

Un filo rosso fuoco, di Silvia Tebaldi, segue la storia di una comunità di donne di Ferrara: nonna, zia e cugina dell’autrice, che ne scrive le memorie. Il rosso come colore ricorre diverse volte: sangue, fuoco, filo del cucito, il filo della storia.
Le donne hanno avuto un ruolo fondamentale nella Resistenza che, però, per lungo tempo non gli fu riconosciuto dalla storiografia ufficiale e, ancora oggi, devono condurre una lotta per la loro stessa liberazione.

Il settimo e ultimo racconto della raccolta, vincitore del Premio Porco Rosso, L’Atlante delle nude stagioni di Vanessa West, si svolge in una dimensione onirica in cui i due protagonisti – un uomo, un poeta, e una donna, una scrittrice – si incontrano dopo la rispettiva dipartita.
Pur non avendo niente in comune, se non la vocazione alla scrittura, West riesce a trasmettere malinconia e fascino nella vicenda di questi due personaggi che si incontrano. Notevole la delicatezza con cui l’autrice mostra il passare delle stagioni e il passare del tempo.

Il Premio Porco Rosso si dimostra una realtà unica e pregevole nel panorama fantascientifico italiano e ci auguriamo che le pubblicazioni dei racconti finalisti alle prossime edizioni proseguano.


Il Libro

Nella stessa collana 

(I racconti finalisti alla prima edizione del Premio Porco Rosso)







Emanuela Rosso - Rubare al cielo 


Premio Porco Rosso 

Fantascienza Resistente 





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