RECENSIONE - L'APPRENDISTA BECCHINO
L'APPRENDISTA BECCHINO
di Serena Aronica
Recensione di Paolo Sista
Ero un poco sulle spine nell'accingermi a leggere questa novella per scriverne la recensione. Non conosco l'autrice di persona ma è una delle fondatrici del Coven Riunito: tale collettivo ci ha sostenuto sin dall'inizio, quando nessuno aveva mai sentito nominare il Gruppo Telegram "Lovecraft Italia" o Strani Aeoni; un'altra delle fondatrici, Irene Visentin, quest'anno pubblicherà con noi diversi racconti; Laura Gobbo, che subentrò al posto di Irene, è proprio un'amica; infine, molte delle scrittrici e illustratrici del loro collettivo – già edite sul volume da loro curato “RdP: Donne Mortali” e presenti sulla loro prossima antologia – contribuiscono regolarmente ai nostri volumi. Insomma, c'era davvero il rischio di incidente diplomatico se L'apprendista becchino non fosse stato nelle nostre corde.
La novella invece ci è piaciuta assai e come nelle favole, tutto è bene quel che finisce bene. Non è un caso il riferimento a cotale adagio, giacché L'apprendista becchino è a tutti gli effetti una fiaba: certo, una fiaba oscura, notturna, macabra, occulta, sanguinolenta ma pur sempre fiaba e ciò costituisce il vero punto di forza di questo racconto.
I protagonisti di questa storia ambientata fra severi collegi, case fatiscenti, cupi boschi e cimiteri scalcagnati sono un becchino misantropo, una signora che non la conta giusta e un ragazzino infelice alla ricerca del suo posto nel mondo.
Tutto inizia con un orribile delitto, un corpo ritrovato privo della testa; tuttavia, questo non è un romanzo giallo e a farla da protagonista non saranno veleni e pugnali, bensì terrificanti incantesimi e blasfemi rituali. Non sveliamo altro, per non rovinare la sorpresa dei numerosi colpi di scena, ma ci soffermeremo invece sulla narrazione. Pur nella brevità di una cinquantina di pagine, l'autrice riesce a combinare registri fortemente orrorifici con quelli tipici dell'incanto fiabesco, evitando in tal modo tanto la violenza fine a sé stessa quanto la semplificazione di stereotipi triti e ritriti. L'apprendista becchino è, dunque, la perfetta cioccolata speziata – confortevole ma avventurosa – da gustare in questo periodo fatato e misterioso che va dall'Ognissanti alla Befana fino al Carnevale.
IL LIBRO
L'ANTOLOGIA
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