Aeonica - Un posto lugubre

AEONICA
I RACCONTI DEL BLOG 3.3


UN POSTO LUGUBRE
di Francesco Basso

Un posto lugubre, angusto. Non so da quanto tempo sono qui. Il buio mi sovrasta, il caldo è insopportabile, le tempie stanno per esplodermi. Mi stanno cercando. Ho fatto quello che loro non volevano.
Assieme ad altri, stavo preparando la rivolta contro l'imperatore Cirina. Quel maledetto, da decenni governa i nostri giorni, i nostri desideri, perfino i nostri sogni. 
Avevamo preparato un gran bel piano per ucciderlo, durante un comizio a Efeso X. Non so come, ma ci hanno beccato: forse qualcuno ha fatto la spia. 
Eravamo chiusi nella camera di un appartamento, intenti a preparare l'operazione, quando loro hanno fatto irruzione: I Miliziani Della Morte. Senza occhi, senza lobi, senza nasi, senza qualsiasi espressione umana.
Hanno incominciato a sparare. Il povero Jimmy è stato subito crivellato di colpi, neanche il tempo di pensare a cosa stesse succedendo. Gli altri tre – Guru, Don Jo e Menny – li ho visti sbiancare in un attimo, mentre i proiettili attraversavano le loro teste facendole esplodere. 
Non sono come sono riuscito a salvarmi, so solo che senza neanche pensarci mi sono lanciato contro la finestra: la scala antincendio sul davanti e via, ho corso schivando i proiettili; tuttavia, un sospetto mi è venuto: hanno fatto apposta a non colpirmi. Vogliono darmi la caccia con calma, gustare appieno la mia paura e poi uccidermi. 
Maledetti miliziani. C'è un nome specifico appartenente a questi demoni ma tutti noi ribelli preferiamo non pronunciarlo ad alta voce, perché è terribile. 
Loro sono... la Necrolizia. Nessuno sa se siano esseri umani, mostri venuti da chissà dove o macchine: robot in cancrena. Sappiamo solo che non sbagliano mai un colpo. Sono killer perfetti, le guardie armate dell'imperatore, i suoi cani da guardia infernali. 
Ora sono qui: nascosto, disarmato, braccato. Non so se sono riusciti a rintracciarmi, ma credo di sì. Aspettano solo di piombarmi addosso al momento giusto, quando meno me lo aspetto, per farmi la pelle.
Sento dei rumori provenire dal basso. Lo sento. Sono loro. I miei battiti si fanno a mille. Passi lenti e gelidi allo stesso tempo. Implacabili.
All'improvviso, una forte luce mi investe. Le torce mi illuminano: mi hanno intercettato. Mi sembra che siano in dieci e uno di loro agita davanti a me una specie di polpo nero che si dimena: un corpo molle e irrequieto, pronto ad afferrare qualsiasi cosa. 
Io urlo ma non mi sento, come se il suono mi si strozzasse in gola. Le ventose sulla mia faccia; il liquido nero sui miei occhi, dentro le narici, sulla mia bocca. È un attimo, tra poco non sarò più io, sarò governato da un’altra entità. Tra poco, sarò uno di loro. 


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